Cam Jazz Presents – CAMJ 3304-2 – 2008
Dan Kinzelman: sassofono tenore, clarinetto
Landon Knoblock: pianoforte
Joe Rehmer: contrabbasso
Austin McMahon: batteria
Dopo aver militato per qualche anno nel quartetto del pianista italiano Giovanni Guidi, Dan Kinzelman, un giovane americano si circonda di altri tre ragazzi altrettanto giovani, suoi connazionali, per dar vita all’album debutto da leader. Sassofonista, clarinettista e compositore di quasi tutti i brani presenti, fatta eccezione per la cavernosa Lost in the Harbour di Tom Waits che ricorda a tratti le atmosfere dei film noir con rumori inquietanti prodotti dagli stessi strumenti, la canzone tradizionale irlandese Spancilhill, nostalgica, in duo con Joe Rehmer al contrabbasso, eseguita al sassofono tenore con una voce dagli echi larghi che si materializzano in dei flash-back e Almost Canada a firma di tutti, giocata molto sull’improvvisazione ma, forse per questo, la meno riuscita.
Buona l’interpretazione della swingante Cunning dal sapore cool, con un Austin McMahon alla batteria che si lancia in una controllata improvvisazione ed un suono ricercato per tutta la durata della traccia.
E’ interessante notare come il giovane Kinzelman comincia ad avere, nonostante la sua età, un suo suono, segno di una precoce maturità artistica. Per molti versi potrebbe ricordare Joe Lovano ma riesce a staccarsi dall’imitazione.
Ciò che stupisce, soprattutto, è il buon controllo del quartetto nell’esecuzioni. Spesso un gruppo con un’età media al di sotto dei trent’anni, si lascia andare al mainstream, tipico di molte formazioni americane, peccando di poca espressività pur di dimostrare una possente tecnica o all’avanguardia per stupire con suoni e rumoni non ancora in grado di riuscire a gestire con cognizione.
Un album vario che richiama molto il passato senza percorrere necessariamente i vecchi stilemi dettati dai maestri.