Bunch Records – 2014
Andrea Bolzoni: chitarra
Luca Pissavini: contrabbasso
Daniele Frati: batteria
Consulting the Oracle è un disco costruito sull’improvvisazione pura. Un lavoro che si può definire d’avanguardia, eretto su linee di confine che chiamiamo jazz, musica contemporanea, o solo sperimentale. La distanza è labile e palpabile. La dimensione spaziale in cui si sviluppano le otto suite che lo compongono – chiamate Consulting e differenziate le une dalle altre con l’attribuzione di un numero – sembrano quasi prendersi gioco di una pratica matematica e convenzionale che cozza con la musica suonata.
Qui siamo in presenza di particelle sonore che viaggiano astratte alla ricerca, apparente, di mete sicure. Consulting è tricefalo, ovvero forgiato attraverso tre strutture creative che rispondono a input differenti ma che confluiscono allo stesso punto d’incontro.
È il cuore del triangolo acuto, così come lo sono i suoni. A volte hanno i denti seghettati, altre sembrano spilli o utensili appuntiti che trapanano e lacerano, come Fontana, le tele dimensionali di un mondo immaginato o reinventato. Sono scariche di note sferiche lanciate come proiettili su pentagrammi materici. “C’è molto acciaio nel suono di queste curve …” (Don DeLillo), si ma melodioso, palpabile e paradossalmente terreno.
Consulting è un’odissea di suoni: si parte e si ritorna allo stesso punto non prima di aver navigato attraverso mari procellosi e spazi sconosciuti. «Il nostro è un processo creativo in cui diverse identità ben riconoscibili s’incontrano e formano una unità, a sua volta riconoscibile, per sviluppare di volta in volta nuovi temi. Temi non nel tradizionale significato “jazzistico”, ma con un senso più astratto». Le parole di Bolzoni, prese da lui in prestito, aiutano a definire, oltre questa, altre tre produzioni che lo vedono protagonista, Three Trees con Fabio Sacconi e Riccardo Marenghi; Dialougue Outfit con Daniele Frati; e Duna Lacera con Luca Pissavini, mentore, oltre che musicista, della Bunch Records. Questi tre lavori sono fatti della stessa sostanza che ha prodotto Consulting. L’idea portante è similare, la forma dei canovacci ha le stesse sembianze, quella che cambia è la variante improvvisazione, legata com’è al momento, ai singoli musicisti e alla tensione creativa che li pervade in quegli attimi in cui le intuizioni diventano musica e molto spesso, a discapito di ciò che erroneamente si pensa dell’avanguardia, melodia e canto.
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