Moncalieri Jazz Festival 2014: la grande festa del sassofono

Foto: Fabio Ciminiera









Moncalieri Jazz Festival 2014: la grande festa del sassofono

Moncalieri – 31.10/15.11.2014


Si è appena conclusa la 17esima edizione del Moncalieri Jazz Festival, con più di 15 serate di grandi concerti e una fittissima programmazione di eventi dedicati ai curiosi e agli appassionati. Il filo conduttore è stato il bicentenario della nascita di Adophe Sax, inventore del sassofono, che è stato celebrato durante tutto il festival. Impossibile elencare tutti gli appuntamenti che si sono susseguiti: dalla doppia notte nera del jazz, festa nel borgo medievale e nel meraviglioso castello di Moncalieri che ha visto 200 sassofonisti suonare in onore di Adolphe Sax, tantissimi concerti e l’esibizione dei Funk Off, al museo di 200 sassofoni e 200 foto d’epoca; dalle lezioni concerto per le scuole per avvicinare i ragazzi alla musica jazz, alla presenza di Emilio Lyons, il riparatore di sax più esperto al mondo. È stato un festival più che mai ricco di iniziative rivolte a qualsiasi tipo di pubblico, per coinvolgere l’intera città in un progetto che ormai ha reso celebre Moncalieri in tutta Italia. Il direttore artistico Ugo Viola ha saputo conciliare una serie di appuntamenti gratis e dedicati ad ogni pubblico, con i concerti nei teatri per i più appassionati del genere.


Purtroppo nel primo grande appuntamento in teatro si è dovuto rinunciare alla presenza di Benny Golson, che per problemi di salute ha dovuto disdire all’ultimo la sua presenza al festival, senza che ciò influisse troppo sul ricco cartellone dei concerti in programma.


Venerdì 7 novembre, Moncalieri ha festeggiato il suo sassofonista moncalierese Doc, Claudio Chiara, primo sax alto della storica Gianni Basso Big Band, e da vent’anni musicista di Paolo Conte, con un concerto a lui interamente dedicato in cui si è esibito anche con il suo quartetto d’archi.


Il 9 Novembre il quartetto The Golden Circle di Rosario Giuliani, Fabrizio Bosso, Enzo Pietropaoli e Marcello di Leonardo ha proposto il progetto dell’omonimo album (The Golden Circle, Jando Music, Via Veneto Jazz 2013): un omaggio alle musiche di Ornette Coleman, che i quattro musicisti si impegnano a reinterpretare con rispetto reverenziale ma anche con un certo gusto del divertimento, lasciando spazio più che mai ognuno alla propria personale sensibilità. The Golden Circle mette sullo stesso piano tutti i musicisti, che senza la guida di un leader diventano interpreti e danno voce ad uno dei compositori più rivoluzionari e ancora oggi moderni della storia del jazz. Così il prepotente senso dello swing di Fabrizio Bosso, l’irruenza nel fraseggio di Rosario Giuliani, tipica di un degno erede dei boppers afroamericani, il linguaggio incisivo di Enzo Pietropaoli e l’essenzialità ritmica di Marcello di Leonardo si mescolano per dar vita alla New Thing.


Il 13 Novembre alle Fonderie Limone è stata organizzata una grande festa per omaggiare Adolphe Sax, ad opera di una lunga serie di sassofonisti piemontesi. La serata è stata aperta dal Piemonte Jazz Messengers, gruppo composto dai fondatori del Consorzio Piemonte Jazz, che da qualche mese opera sul territorio creando una rete tra tutte le associazioni, scuole, festival, jazz club e quant’altro per favorire la divulgazione di questa musica e per dare il giusto spazio alle numerose realtà di alto livello che operano nel settore. A seguire hanno reso omaggio alla genialità di Adolphe Sax il trio di Paolo Porta, l’Italian Sax Ensemble con la sua sezione di fiati ricca di swing e con originali arrangiamenti di celebri standard, e tanti altri musicisti.


La serata centrale del festival ha visto sul palco il quartetto di Emanuele Cisi, che coniuga l’originalità del fraseggio di Cisi con la straordinaria inventiva del chitarrista norvegese Bjorn Vidar Solli, grande musicista dalla sensibilità raffinata, per dar vita ad un dialogo di grande intesa. A seguire il Kenny Garrett Quintet ha infuocato la sala del teatro con un’energia trainante che è sfociata in una conclusione inaspettata: Garrett dopo due ore di concerto sublimi ha coinvolto il pubblico in una danza collettiva sul palco insieme ai musicisti.


Per concludere in bellezza, l’ultima serata è stata aperta dal quartetto di Piero Odorici, con George Cables al piano, Darryl Hall al contrabbasso e il superbo Victor Lewis alla batteria. La formazione si colloca in un jazz mainstream con brani dal repertorio dei grandi standard e composizioni di George Cables, raffinato pianista dal fraseggio limpido e dalla forte impronta blues. Victor Lewis attinge invece ad un’infinita e sbalorditiva serie di soluzioni ritmiche, sempre con grande senso dello swing. Francesco Cafiso e il suo sestetto hanno chiuso questa edizione del festival, proponendo la suite di Cafiso dedicata alla sua Sicilia, un lavoro originale che attinge alla cultura bandistica e che tratteggia un affresco di questa terra attraverso i suoi contrasti, alternando momenti di tripudio gioioso a momenti di sofferto pathos. A completare questo dipinto è il fraseggio vulcanico di Cafiso, che evita qualsiasi clichè improvvisativo per dare libero sfogo ad un linguaggio personale e travolgente.



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