Chris Weller’s Hanging Hearts – Chris Weller’s Hanging Hearts

Chris Weller's Hanging Hearts - Chris Weller's Hanging Hearts

Autoproduzione – 2014




Chris Weller: sax tenore

Devin Drobka: batteria

Cole DeGenova: tastiere, Fender Rhodes





Hanging hearts è il nome di un trio americano orientato verso un jazz moderno solido, robusto, non particolarmente avventuroso. Il leader è Chris Weller sassofonista dai buoni studi alla Berklee School, allievo fra l’altro di Dave Santoro e George Garzone, collaboratore in altre formazioni di fior di musicisti anche di filoni indirizzati verso la ricerca, come Tim Daisy o Greg Ward. Il tenorista ha un timbro pieno, profondo e un fraseggio bene articolato. Nei suoi assoli tende a salire di tono, partendo dal basso per raggiungere le note più alte possibili sul suo strumento con un rimarchevole controllo della progressione, sempre lineare e nitida. Accanto a lui Cole DeGenova ottiene dalle sue tastiere un suono torbido, sporco e garantisce una spinta funky alla proposta nel suo complesso. Devin Drobka, da parte sua, alla batteria, è determinato e roccioso. I suoi interventi concorrono a fornire l’idea di una musica allo stato grezzo, non “leccata” o rifinita nei dettagli.


Nel disco si ascoltano brani mossi, di un rock jazz spinoso, come D Rover o fortemente cadenzati come Early bird, accanto ad episodi tranquilli come The single petal of a rose di Ellington, una ballad restituita secondo le regole, comunque, da un trio inclinato verso la fusion.


Il brano migliore è certamente Doo Wop. In questo pezzo lo scarno tema melodico è portato avanti dal sax tenore in maniera zigzagante con sequenze agitate, rivolte verso i sovracuti e altri momenti ruvidamente delicati , mentre la batteria compone e scompone il ritmo. Accanto a loro DeGenova tormenta il Fender Rhodes uscendo in un lungo assolo contorto e aggrovigliato, alquanto efficace, però, nell’economia della traccia.


Questo disco di debutto ci permette di conoscere un trio agguerrito, con una considerevole preparazione alle spalle. In particolare si distingue il leader che si può definire, alla larga, un seguace di John Coltrane. Chris Weller, però, dimostra nel suo modo di suonare, inoltre, di aver preso spunto pure dal mood espressivo di un suo maestro quale George Garzone e di aver tratto ispirazione dal misconosciuto Jerry Bergonzi. Insomma siamo in presenza di un giovane musicista con i piedi saldi per terra e con l’intenzione, allo stesso tempo, di affrancarsi piano piano dagli ingombranti modelli di riferimento per elaborare un qualcosa di veramente personale.