Incipit Records – NJ012 – 2015
Filomena Campus: voce
Giorgio Serci: chitarra classica, chitarra elettrica, basso, oud
Adriano Adewale: percussioni
Rowland Sutherland: flauto
Kenny Wheeler: flicorno
Keld String Ensemble
Scaramouche si fonda sull’incontro della voce di Filomena Campus e delle corde di Giorgio Serci. Un dialogo intrecciato sulle melodie, ricco di sonorità e suggestioni, sul quale si innestano gli interventi degli ospiti, le loro voci, le poesie recitate da Filomena Campus. Una tavolozza di suoni dalla grana principalmente acustica, radicata in una naturalità allo stesso tempo concreta e lieve.
Il filo conduttore del lavoro è proprio la dualità tra elementi eterei e naturali, una imprescindibile connessione tra spirito e materia che corre lungo ogni brano, ogni passaggio. L’idea viene declinata secondo varie prospettive e, di conseguenza, utilizzata per dare colore e forma ad un percorso mirato a contenere al proprio interno arti diverse e suggestioni provenienti da regioni differenti. Brano dopo brano, infatti entrano nel caleidoscopio di Scaramouche le percussioni di Adriano Adewale, il flicorno del grande e compianto Kenny Wheeler, i rimandi classici portati dal flauto di Rowland Sutherland e dagli interventi del Keld String Ensemble. Scaramouche diventa una sorta di Mediterraneo espressivo, una sintesi di linguaggi e di modi di intendere la musica.
Un elemento aggiuntivo viene dal ponte instaurato tra Sardegna e Londra: due maniere diverse di declinare la convergenza di mondi lontani e l’insularità, il melting pot e la “mediterraneità”. Ma, come si diceva sopra, tutto è volutamente duale. E, in questo senso, possiamo intendere lo sguardo alle tradizioni e al presente, l’attenzione al mondo colto e alla dimensione rurale, richiamata ad esempio nella poesia di Maria Carta.
Il canovaccio di Scaramouche esce dai canoni e dalle barriere di genere per utilizzare le varie chiavi espressive secondo le proprie necessità. Il tessuto acustico del disco rende possibile vestire e accondiscendere le varie anime intercettate. Giorgio Serci aggiunge solamente in Baltic Spellbound la chitarra elettrica: il passo più rotondo e meno nervoso delle sonorità acustiche diventa l’utile collante per un lavoro concepito come Scaramouche, con molte anime a comporre il disegno finale. Filomena Campus e Giorgio Serci operano secondo un metodo di stratificazioni successive. Al duo si aggiungono dapprima le percussioni di Adriano Adewale e poi gli interventi singoli di Wheeler, di Sutherland e del Keld String Ensemble, in modo da non avere mai più di quattro elementi contemporaneamente presenti: il passo del lavoro è tale da far risuonare anche nei brani successivi gli echi, le interazioni e i rimandi stabiliti in precedenza e riesce così a dare continuità allo sviluppo del disco.
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