Swiss Jazz : Samuel Blaser quartet – Spring Rain

Swiss Jazz : Samuel Blaser quartet - Spring Rain

Whirlwind Recordings – WR 4670 – 2015




Samuel Blaser: trombone

Russ Lossing: tastiere

Drew Gress: contrabbasso

Gerald Cleaver: batteria






Già dal suo incipit Spring Rain, ad opera del neo-quartetto del trombonista elvetico Samuel Blaser, si preannuncia atipico – e si perdoni l’aggettivo che suonerà banale a priori per qualunque produzione investa validi assunti sostanziali del “far jazz”.


Tentando di far chiarezza e introduzione a ciò, le stimolanti le note di copertina, co-firmate dal testimonial di lusso Steve Swallow, appuntano l’attenzione anche sull’inatteso dedicatario dell’opera: «La musica qui messa insieme tributa grande onore agli intenti di Jimmy Giuffre senza però discendere a letterale imitazione: tutti i partecipanti suonano come sé stessi, sempre l’obiettivo sommo della musica di Jimmy. Come si può rispondere alle esigenze di ogni singolo brano senza abbandonare la propria personale voce? E possibile improvvisare per più di un dato momento senza riferimento ad un centro tonale? Come risolvere questo paradosso: più stiamo in ascolto reciproco, più finiamo con l’esprimere noi stessi?»


Implicazioni teoretiche (ed eredità operative) poste tangibilmente in essere nelle soluzioni che stilisticamente permeano il lavoro, altalenante tra vaghezze spettrali, melanconie circensi, groove effimero e snodato e grottesche linee immaginative.


Assai richiesto sidemen, braccio pensante della pulsazione bassa, Drew Gress cementa le eclettiche carpenterie della batteria del ?talented’ Gerald Cleaver e, sensibile e attento coprotagonista di sortite solistiche, Russ Lossing alle tastiere sia acustiche che elettrificate non lèsina interventismo ed invenzione in dinamico controcanto alla sempre esplorante vocalità d’ottone del leader, incarnazione di uno spirito teatrante europeo e un’apolide personalità espressiva.


Titolare, e forte, di esperienze e partecipazioni discografiche variegate, Blaser ivi depone gli investimenti sul jazz-antiqua operate nei due precedenti episodi del Samuel Blaser Consort in Motion (inaugurato con la notevole ospitata di un Paul Motian al tramonto vitale) rimettendosi in gioco su una stimolante piattaforma trans-oceanica, bilanciando le molteplici correnti continentali qui aggiornate in una formula che coniuga drammaticità rappresentativa, gioco di maschere e meditazione progressista.