Abeat Records – Abjz 537 – 2014
Vittorio Mezza: piano, tastiere
David Milzow: sax tenore, sax soprano
Ettore Fioravanti: batteria e percussioni
Linea di fuga Blues parte di forza con i tre strumenti all’unisono, che sembrano però molti di più. Un’onda d’urto impressionante che fa credere non a un trio che suona ma a un gruppo più nutrito. L’inganno, se vogliamo definirlo tale, è negli arrangiamenti e soluzioni sonore di ampio respiro che Mezza e Milzow sono riusciti a concepire e realizzare. Fioravanti cesella il resto con un drumming forzuto, aggressivo e animatamente tecnico. Mezza e Milzow, rispettivamente tastiere e sassofoni, hanno un retroterra di chiaro stampo jazzistico, radicato nella tradizione, ma sono in possesso di una mentalità aperta che gli permette di guardare oltre i confini afroamericani per introiettare nuovi suoni e realtà, e dare un profilo originale alle loro composizioni.
Il disco contiene dieci tracce, firmate singolarmente o in comune dai due, diverse le une dalle altre, che vivono di vita propria e riflettono singoli episodi e intuizioni, a volte dagli accenti impressionisti (Naufragio su un’isola deserta del Mar Mediterraneo e Sera che viene). È interessante come l’eterogeneità di Mezza Milzow Project sia alla fine il punto di forza di questo disco. Melodia e armonia si combinano in maniera tale da far si che la musica dia l’impressione di scorrere su diverse dimensioni fisiche e temporali (Dreamin’). Improvvisazione, vuoti, silenzi e attese, divengono parte integrante del tessuto sonoro, mentre la ritmica svolge un ruolo di collante e propulsione, vitale, nello stesso tempo (Storducks). Sono combinazioni felici che danno al progetto connotati di evidente originalità e contemporaneità.
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