Trio (mit) Marlene – The Surface Of An Object

Trio (mit) Marlene - The Surface Of An Object

Rudi Records – RRJ 1025 – 2014




Giacomo Merega: chitarra basso

Michaël Attias: sax alto, Wurlitzer

Satoshi Takeishi: percussioni






Articolata nell’arco di quattro lunghezze di media estensione (il tempo di un buon vecchio LP più che di un EP), la trio-music palesata in The Surface Of An Object manifesta d’aver fatto propri il senso di una stereoscopia cameristica e di una avant-garde di “naturale” radicalità, dati gli approcci spontanei di (ri)scoperta dell’utensile (e del giocattolo) strumento e l’apertura alla creazione di una fruibile e fresca sintassi.


Musica fanciullesca nelle viscere, diretta e naïve nella sua (apparente) libertà dall’incombenza progettuale, ma non ingenua nei tratti di personalità, appare destinata ad un ascolto adulto e disponibile a deporre scorie e sedimenti del già sentito e delle masse repertoriali, e di fatto nei suoi orizzonti alquanto puliti The Surface Of An Object rinuncia ad imporsi alla memoria per esplorazione compositiva e impatto innovativo, collocandosi entro una dimensione sottile di istintivo incrocio di possibili neo-linguaggi.


Respiro fatuo quello dell’esplorativa ancia del sax alto, contornato dall’ombra e dal passo imitativo della chitarra basso, illuminati dal tiepido lucore delle scintille percussive, e traducendo esitano apprezzabili il lavoro in sottigliezza dell’eclettico Michaël Attias, alquanto più concentrato sulla micro-fisica del proprio strumento ma non dimentico delle macro-evoluzioni dei suoi linguaggi, l’intervento plastico in sottrazione delle corde basse di Giacomo Merega e le calibrate incursioni sceniche dell’apparato percussivo di Satoshi Takeishi, tutti viventi di espressione tattica, invettive garbate, libertà esplorativa e aggregazione istantanea.


Il combo italo-israel-nipponico (di fatto di stanza a New York), evidentemente più imbevuto di cultura post-free, aplomb minimali, scienza microtonale e teatralità istantanea, contribuisce con involuto spirito partecipativo nel segnare una pagina ulteriore dell’avventura evidentemente non assolta della ricerca e della libertà in musica.