Fabio Morgera & NY Cats – CTRL Z

Fabio Morgera & NY Cats - CTRL Z

Alfamusic – AFMCD174 – 2015




Fabio Morgera: tromba

Stacy Dillard: sax soprano

Josh Roseman: trombone

David Gibson: trombone

Jason Jackson: trombone

Orrin Evans: pianoforte, synth

Charles Blenzig: pianoforte, pianoforte elettrico

Brian Charette: organo

Richard Pedron: chitarra elettrica

Gianluca Renzi: basso elettrico

John Benitez: basso elettrico

Jeremy “Bean” Benitez: batteria

Brandon Lewis: batteria

Samuel Torres: percussioni

Carlos Maldonado: percussioni





CTRL Z, il nuovo lavoro di Fabio Morgera, pone una questione nodale. Come siamo ispirati, influenzati e indirizzati dai nostri punti di riferimento e, soprattutto, come evolviamo a partire da questi. Nelle sette tracce, infatti, il trombettista affronta situazioni diverse alla guida di un ensemble ampio e variegato, modulato a seconda dei brani e delle atmosfere.


La combinazione di tasti utile ad annullare i passaggi effettuati sul computer e ricominciare ad operare offre a Morgera la raffigurazione di questo movimento sulla linea delle influenze, della possibilità di andare avanti e indietro, di sperimentare una soluzione e tornare al punto di partenza per dare nuovo impulso alla ricerca. E se il riferimento principale del lavoro è il Davis elettrico, via via che scorrono le composizioni si ritrovano gli echi del bebop, certe soluzioni legate alle varie esperienze della fusion – in particolar modo Chick Corea e Joe Zawinul – e, non ultime, alcune evoluzioni più recenti. Il tutto combinato in una dimensione molto metropolitana: Morgera ha vissuto molto tempo a New York e la connessione di stili, generi e approcci distanti tra loro ma “costretti” a convivere dalle dinamiche della grande città si ritrova perfettamente nel lavoro. Nella discografia di Morgera, CTRL Z si distingue da alcuni dei dischi precedenti del trombettista, come ad esempio Neapolitan Heart o i dischi pubblicati per Red Records: potrebbe, in qualche modo, riprendere il testimone di The Voice Within, uscito nel 2005, e, come questo, affidato a un organico variabile, in massima parte newyorchese e indirizzato verso sonorità elettriche e ritmiche funkeggianti.


E la convergenza e stretta convivenza di popolazioni diverse viene messa in evidenza anche dai titoli scelti per le tracce. Se Illegal immigration started in 1492, Uno screzio con Borghezio, Thalassocentric, Ius Soli (Dances of the tribes) rimandano chiaramente alle vicende dell’immigrazione e delle popolazioni in viaggio verso la speranza di condizioni di vita migliori, Cessate il fuoco e Privatize This sono esclamazioni pensate in modo esplicito per «prendere le distanze dalle prevaricazioni e dalla volgarità» come scrive in modo efficace Nicola Gaeta all’interno del booklet. Prayer for Microscopic Gods è, invece, rappresenta una preghiera rivolta all’anima divina presente in tutti gli oggetti e gli esseri animati della Terra. Un modo per esprimere anche una linea politica attraverso i brani o, se si vuole, per dare una precisa connotazione di lettura ai brani e alle suggestioni presenti in essi.


La convergenza e la stretta convivenza sono, per traslato, il tratto caratteristico dei brani. Riprendendo la metafora del titolo, quando si torna indietro per ricominciare in maniera differente un lavoro, si mantiene comunque memoria di quanto si era fatto prima, dei passi compiuti andando avanti e rivisti nel percorso a ritroso. In pratica, ogni movimento viene fissato nel discorso e riemerge alla fine dei giochi, vale a dire nella musica registrata sul disco. Suoni elettrici e animismo, dimensione politica e radici del jazz convivono perciò in una lettura stratificata dell’attualità, una lettura che non coinvolge solamente gli aspetti musicali. All’interno della griglia creata con la composizione e con l’arrangiamento dei brani e, in seguito, con la scelta dei musicisti, Morgera sposta di continuo le pedine per dare corpo e coerenza al racconto. CTRL Z parla di un mondo in continua trasformazione e non potrebbe seguire altrimenti il filo narrativo: stimoli intrecciati fra loro, le rispettive peculiarità dei solisti e degli interpreti coinvolti, una scrittura pensata per fare spazio a tutto questo attraverso sette brani articolati, al punto di poter anche essere considerate delle piccole suite.


Scrittura e concezione complessiva tengono conto della moltitudine di elementi presenti nella realtà e, di conseguenza, nella musica: il meccanismo innescato dal compositore permette sempre una via di uscita, evitano al discorso di infilarsi in vicoli privi di sbocchi grazie alle tante connessioni predisposte e a una visione sicuramente e convintamente non univoca o chiusa su sé stessa.



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