JGRecords – 2014
Javier Girotto: sax soprano
Nestor Gomez: chitarra, voce
Omar Gomez: contrabbasso, percussioni
Mattias Gonzales: contrabbasso
Louis Lewin: piano, piano elettrico, organo hammond
Horacio Lopez: batteria
Ruben Mono Izarrualde: flauto, voce
Maria Mollon: flauto
Juan Carlos Varela: voce
Silvia Gomez: voce
Javier Girotto vive in Italia da venticinque anni anni ed è stato, a tutti gli effetti, adottato dal nostro paese. In realtà il musicista tiene molto alla sua origine argentina e conserva forti legami con la sua terra, le sue tradizioni. Il suo gruppo più famoso e longevo, infatti, è, eloquentemente, Aires tango. Con Fabrizio Bosso ha formato, poi, il quintetto Latin mood per condividere la passione dichiarata da entrambi per il Sudamerica e le sue musiche. È abbastanza recente, ancora, la rimpatriata nel Cordoba reunion, una riunificazione di vecchi amici nel segno e nel nome della città natale di Girotto.
Como jugando è un passo in avanti, o all’indietro, nel tentativo di riappropriazione del folklore locale, quello del nordovest, dove appunto il sassofonista è nato. Così si ascoltano danze come la zamba o la chacarera, non il tango che proviene da zone diverse dell’Argentina. Prevalgono i tempi lenti o moderati, con qualche accelerazione in pochi brani.
I motivi hanno un’impronta molto simile. Sono temi che esprimono malinconia, se non dolore, cantati in modo compreso e accorato da voci attente a rendere in profondità il senso delle parole. L’orchestrazione, allo stesso modo, cura particolarmente l’andamento drammatico dei testi e le loro dinamiche emozionali. Il sax soprano si incunea nelle pieghe delle canzoni, aggiungendo qualche elemento jazzistico all’esecuzione, ma è una pallida riverniciata, condotta in punta di pennello, per non modificare il carattere dei pezzi scelti.
Fanno corona al leader in questa incisione avvenuta a La Plata, alcuni strumentisti autoctoni perfetti per questo tipo di operazione, oltre a Nestor Gomez, chitarrista e cantante che risulta contitolare dell’album.
Le canzoni sono di vari autori, il più conosciuto dei quali è Atahualpa Yupanqui, un’icona della musica popolare andina.
Girotto sente parecchio questo disco, tanto da averlo voluto produrre, e all’ascolto traspare tutta la passione per il suo mondo, oltre al desiderio di suonare a modo suo, rispettandone l’indole specifica, canzoni che sono dentro il suo vissuto, la sua storia, il suo stesso sangue.