Improvvisatore involontario – II0043 – 2015
Francesco Cusa: batteria
Flavio Zanuttini: tromba, elettronica
Cristiano Arcelli: sax alto
Giulio Stermieri: organo Hammond, tastiere
Francesco Cusa ha una tendenza spiccata per l’iperbole, l’esagerazione e allo stesso tempo si dedica con un gusto particolare agli accostamenti verbali insoliti e contrastanti, con una vena intellettuale fervida e dissacrante. Prendiamo il nome del gruppo protagonista della registrazione: The Assassins. Da un quartetto chiamato così ci si aspetterebbero album con titoli cruenti e sanguinari. Nulla di tutto ciò. L’ultimo disco degli “omicidi” si intitola infatti Love come, guarda caso, la più recente incisione di Giovanni Allevi. Siamo, allora, di fronte alla parodia di un genere “leccato”, formalmente ineccepibile, ma di scarsa originalità e spessore? Non proprio. La musica si dirige tutta da un’altra parte e non contiene elementi ironici o sarcastici. Si potrebbe definire questo tipo di operazione, perciò, una sorta di straniamento dello straniamento. Cusa, cioè, alimenta delle aspettative di un certo tipo che disattende dirigendosi in direzione contraria al percorso ipotizzato, viste le premesse. In Love la parodia lascia, di fatto, il posto al suono duro e puro della creatura “criminale” del genialoide compositore siciliano
Il disco contiene un jazz pesantemente contaminato, inquinato da rock e funk. Si possono trovare, inoltre, nelle tracce, agganci con il modo di operare di Steve Coleman o Greg Osby. Rispetto al sound M-Base, però, qui tutto è meno (dis)articolato e più massiccio.
Nei vari brani sono frequenti gli unisoni stringenti di tromba e sassofono, funzionali a dettare un breve tema da cui far lievitare il pezzo. Cristiano Arcelli (bell’acquisto per il gruppo) propone assoli di sax alto nervosi, aspri, spigolosi. Flavio Zanuttini, da parte sua, modifica il timbro della sua tromba con artifici tecnologici e per il resto si esprime con note intense e lunghe, per far da contraltare all’eloquio pungente e irrequieto del partner fiatista.
Giulio Stermieri usa le tastiere per dipingere sfondi, privilegiando i toni gravi. In altre circostanze realizza effetti elettronici sempre gradevoli e adeguati al contesto. Attraverso l’organo hammond aggiunge, poi, colori acidi, vintage, anche se il modo di trattare i suoi strumenti è attualissimo.
Il batterista-leader si esprime in modo robusto, aggressivo, senza cadere nell’ordinario. Accentua le cadenze rock e colma di ritmi tesi e penetranti il suono complessivo degli assassini.
Love è un’altra tappa di sicuro interesse per il percorso artistico di Francesco Cusa. Un musicista che, quando vuole fare veramente sul serio, produce musica solida, compatta e di forte personalità.