Autoproduzione – 2015
Massimo Barbiero: marimba, vibrafono, percussioni
Matteo Cigna: vibrafono, percussioni
Stefano Bertoli: batteria
Alex Quagliotti: batteria, percussioni
Doudù Kwateh: percussioni
Doussu Tourrè: djembè
Andrea Stracuzzi: percussioni
Israel Varela: percussioni
Marta Raviglia, Sabrina Oliveri, Gaia Mattiuzzi, Manuel Attanasio: voce
Cronache dall’Invisibile, le potremmo definire quelle narrate in quest’ultimo progetto degli Odwalla. La creatura di Massimo Barbiero, che in parallelo fa il paio con l’altro gruppo da lui guidato, gli Enten Eller, riflette sulla società attuale prendendo a prestito le tematiche del grande scrittore afroamericano Ralph Ellison. Da costui e dal suo best seller intitolato Uomo Invisibile, Barbiero propone una visione che non è solo appannaggio storico del popolo afroamericano, ma condizione comune, di noi tutti, al di là della nazionalità, lingua e colore della pelle.
Attraverso sette brani da lui scritti e scanditi dalle voci narranti di Raviglia, Mattiuzzi, Olivieri e Attanasio, Barbiero ricostruisce la quotidianità umana vissuta in reale e storica trasparenza, lì dove il messaggio si perde nell’etere dell’indifferenza e che vede come veggente e nobile profeta preindustriale il George Wells de l’Uomo Invisibile. E l’impatto del comunicato, del suonato, che ha i nomi de Il Morso, Cerbero, Veleno, Cristiana, è ancora più forte perché realizzato e documentato dal vivo, come dovrebbe essere l’azione di chi si ribella all’invisibile, all’omologazione e all’indifferenza camuffata da falsi interessi. Messaggio politico e sociale quello di Barbiero consumato con estrema coerenza e “autoproduzione”, per sfuggire alla trasparenza dell’egalitarismo modaiolo e politicamente corretto. La musica che si ascolta in Uomo Invisibile è fatta di parole e note, dove quest’ultime, dense, avvolgenti, cardiache e melodiose, accompagnano la forza del verbo, e abbracciano gli ascoltatori in unico afflato che illumina e disvela quello che prima era solo tratteggiato dalla forma degli abiti.
Uomo Invisibile è un disco dal “sapore” pasoliniano: duro e fragile, diretto e delicato.
Segui Flavio Caprera su Twitter: @flaviocaprera