Marcotulli/Erskine/Danielsson – Trio M/E/D

Marcotulli/Erskine/Danielsson - Trio M/E/D

Abeat Records – Abjz 146 – 2015




Rita Marcotulli: pianoforte

Palle Danielsson: contrabbasso

Peter Erskine: batteria






Se si vuole ascoltare del jazz con la maiuscola questo disco fa per voi. I nomi in campo sono una garanzia, anche se questo non sempre è scontato nel jazz. Trio M/E/D documenta un concerto dal vivo tenuto a Genova nel 2014 da una formazione di cui i singoli musicisti portano con sé un background di altissimo livello. È il canto in solo del contrabbasso di Palle Danielsson, e immaginiamo del concerto, ad aprire il disco. Sono le note iniziali di Mars, composizione dello stesso Danielsson, che s’intersecano in seconda battuta con la sensibilità esecutiva e melodica di Rita Marcotulli e con il battito raffinato delle bacchette di Erskine. È un pezzo evocativo e “antico”, reso immaginifico dalle dita della Marcotulli. I tre dialogano all’unisono in piena libertà creativa, sfoderando un interplay di fattura superiore, dove i singoli brani, sia originali che reinterpretati, acquistano una consistenza a volte etera, volatile, come fossero sospesi nell’aria. È il caso della cinematografica This Is Not della Marcotulli e del notturno Nightfall di Charlie Haden. Nel repertorio di cover c’è anche spazio per una versione “confidenziale” e ciondolante di Pannonica di Monk. E poi ritorna il contrabbasso in solo che introduce il dinamico e ritmato For Juppiter (Danielsson). Qui il piano e la batteria si rincorrono in un gioco di rimandi percussivi. E sempre tamburi in primo piano, sono quelli afrocentrici di Bulgaria: Erskine con un solo prolungato li dilata nello spazio circostante inondandolo di ritmi torrenziali. È il tema portante di un pezzo più volte ripreso e assecondato da un pianoforte ostinato e irrefrenabile. Autumn Rose (Erskine) smorza la tensione attraverso una lunga e fluida narrazione del pianoforte che inventa e sposta in avanti la conclusione di un disco pregevole, suonato da tre musicisti che assommano sensibilità, lirismo, raffinatezza, inventiva, e un’innata capacità di suonare e far provare emozioni.



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