Parmafrontiere Orchestra. Musica Totale

Foto: Lucrezia Bolfo dal sito di ParmaJazz Frontiere










Parmafrontiere Orchestra. Musica Totale

Parma, Parma Jazz Frontiere. 31.10.2015

Laura Conti: voce

Mario Arcari: oboe, sax soprano, clarinetto

Manuel Calumi: sax contralto

Riccardo Luppi: sassofoni, flauto

Gian Maria Matteucci: clarinetto basso

Alberto Mandarini, Walter Borgia: tromba, flicorno

Francesco Boscaglia: corno

Beppe di Benedetto: trombone

Gianpiero Malfatto: trombone

Paolo Botti: viola

Andrea Grossi: contrabbasso

Andrea Dulbecco: vibrafono

Roberto Dani: batteria, percussioni

Fulvio Maras: percussioni


La sera del 31 ottobre Roberto Bonati ha reso omaggio, nell’ambito di Parma Jazz Frontiere a Giorgio Gaslini, suo maestro e amico. Lo ha fatto dirigendo l’Orchestra del Festival, che annovera fra le sue fila numerosi amici e collaboratori del maestro scomparso. Un ensemble ampio per riproporre alcuni passi di due lavori del musicista lombardo (ma parmense d’adozione): le suite Skies of Europe e Planets prone base.


Bonati allievo, Bonati amico di sempre di Giorgio Gaslini è entrato con delicatezza e assieme decisione fra le note e i suoni, nei meandri dei pensieri musicali di questo compositore che ha rivoluzionato il jazz e ha scritto una pagina fondamentale della contemporaneità jazzistica e non; indicando ad accademici e artisti di maniera come, inevitabilmente, nella vita reale dell’arte, le barriere fra generi e linguaggi tendono a sfrangiarsi ed assottigliarsi. Nel 1964 Gaslini teorizzò, infatti, quella musica totale che sarebbe diventata la strada maestra per generazioni di musicisti successivi, raccogliendo suggestioni e pratiche che già oltreoceano cominciavano a diffondersi (la musica di Frank Zappa, quella di Trane e di Ornette), ma anche gettando un macigno nel più stagnante panorama europeo. La prima parte del concerto, quella dedicata ai pianeti, ha mostrato il Gaslini più legato alla tradizione jazzistica, il Gaslini ascoltatore e studioso delle big band, fossero esse “tradizionali” come quella di Stan Kenton, o più radicali e visionarie (e qui il primo nome che viene alla mente è Sun Ra). Nella seconda parte Bonati, lo ha omaggiato proponendo una parte della suite che Gaslini scrisse per l’Italian Instabile Orchestra. Musica più sperimentale e apparentemente più ostica, in realtà intrisa anch’essa, per l’ascoltatore attento di una grazia cantabile, di una deliziosa, ironica, leggerezza.


A intervallare le esecuzioni sono state le letture di alcuni testi gasliniani. La voce era quella di Simona Caucia, moglie del Maestro e attrice teatrale. Insieme ad alcuni ricordi raccontati da Bonati queste letture hanno tracciato un ritratto particolare del teorizzatore della musica totale. Gaslini scriveva poesie, studiava l’astronomia, era appassionato di pittura. Un uomo affamato di conoscenza; curioso di tutto.


La brava Laura Conti ha cantato due songs della vasta raccolta scritta dal Maestro negli ultimi anni. Due canzoni, una dedicata a Federico Fellini, incantevoli, piene di un raffinato senso melodico, a cavallo fra Kurt Weil e la tradizione italiana. La serata si è chiusa con un omaggio di Bonati al suo mentore e amico.


Una bella serata, impreziosita da un’orchestra ispirata (Nella quale va notato il contributo notevole di un musicista molto giovane come Andrea Grossi) e da un pubblico attento e partecipe.


Alla fine della serata rimaneva all’ascoltatore appassionato una domanda. Come mai il jazz italiano non attinga di più al repertorio tanto vasto e tanto colto elaborato dal Maestro nel corso della sua lunga carriera. E veramente strano, ad esempio, che le sue bellissime canzoni non appaiono nel repertorio di quasi nessuna giovane cantante.