John Taylor: pianoforte
Palle Danielsson: contrabbasso
Martin France: batteria
Dopo l’acclamatissimo Angel of the presence (pubblicato sempre da CamJazz), Whirlpool è il secondo disco del trio guidato dal pianista inglese John Taylor. Lo diciamo subito: questo nuovo lavoro non raggiunge l’intensità e gli altissimi livelli artistici del primo, ma si configura comunque come una delle più interessanti pubblicazioni degli ultimi mesi, e John Taylor si conferma come uno degli artisti di punta della scuderia della nostrana CamJazz, insieme a Kenny Wheeler. Il quale, comunque, è legato a doppio filo allo stesso Taylor, sia in linea generale (i due hanno collaborato un’infinità di volte) sia, in particolare, in questo disco: tre brani su otto sono infatti firmati dal trombettista canadese. Del resto, il suo stile compositivo sospeso e malinconico si sposa a meraviglia con le armonie dilatate usate dal pianista britannico.
Nel disco la leggerezza di tocco e la grande sottigliezza nella resa armonica della partitura che caratterizzavano il trio già nel precedente disco ritornano immutate: già nel brano di apertura (la sommessa Consolation) questi elementi emergono in modo preponderante, anche grazie all’eccellente lavoro di Danielsson, rarefatto ma sempre solido e presente. Proprio Danielsson è forse qui ancora più in forma del solito: oltre alla già citata Consolation, il suo apporto è straordinario sia nell’introduzione a For Ada, sia in un assolo in Nicolette che da solo varrebbe l’ascolto del disco. A costo di essere ridondanti nell’elogio, è impossibile non citare il suo affascinante intervento in I loves you Porgy.
E’ invece di Martin France la scena con la title-track, un up-tempo che ricorda certi lavori in trio di Chick Corea, soprattutto dischi come Past, present and future: risente di questa vicinanza soprattutto la parte centrale di The Woodcocks, composizione firmata dal leader. A legare Taylor a Corea non è solo la vicinanza nel trattamento del materiale sonoro, sia in termini di approccio al pianoforte sia in termini armonici, ma è anche il background musicale che li ispira: in entrambi è infatti impossibile non udire vivissime eco del trio di Bill Evans. Del resto, la presenza in Whirlpool di uno standard come I Loves you Porgy, portato al massimo dell’espressività in trio proprio da Evans, è una dichiarazione esplicita del debito nei confronti del pianista statunitense.
Complice anche l’alta qualità del suono di questa registrazione, Whirlpool è un disco eccellente, che rientrerà presto tra i grandi classici del piano trio.