Daniele Scannapieco: sassofono tenore
Stefano Di Battista: sax soprano, sax contralto
Flavio Boltro: tromba, flicorno
Julian Oliver Mazzariello: pianoforte, organo Hammond
Dario Rosciglione: contrabbasso
André Ceccarelli: batteria
Bernard Arcadio: pianoforte
Ennesima produzione di alto livello in casa Picanto, che con il disco Lifetime mette a segno un altro buon colpo. Stiamo parlando dell’ultimo lavoro del tenorista Daniele Scannapieco (alla terza produzione discografica), che col passar del tempo si ritaglia un posto di sempre maggior rilievo nel panorama jazzistico nostrano: per l’occasione ha raccolto intorno a sé una vera e propria all-star di jazzisti italiano.
Il disco si richiama direttamente alla forma dell’hard-bop, mescolata con un po’ di modale, così tipica dei primi dischi di Wayne Shorter. Tutti i brani del disco possono vantare uno swing invidiabile (anche grazie alla solidità discreta di Ceccarelli alla batteria) e un’ottima intesa tra i musicisti. Particolarmente riuscita risulta Red Hot, che vede Mazzariello alternarsi all’Hammond e al pianoforte. Grazie a questa scelta, e a un dirompente assolo iniziale di Flavio Boltro, il brano conquista l’ascoltatore, con una scrittura ritmica personalissima e un impasto sonoro davvero riuscito.
Tutto il resto del disco è composto da composizioni originali di Scannapieco e Di Battista, a volte coadiuvati da Mazzariello o da Rosciglione, senza che le differenze di autore facciano cambiare prospettiva sulla musica: testimonianza sia del feeling raggiunto tra i musicisti sia dell’ottimo livello anche compositivo del leader. La propulsività data dalla line-up con tre fiati slancia ogni brano in avanti, dall’irruenza di Cercle che vede Mazzariello momentaneamente sostituito al pianoforte da Bernard Arcadio (anche autore del brano), alla sottile malinconia della melodia di Dark Light, dalle atmosfere latineggianti di Dede’s mood all’omaggio a Petrucciani di Goodbye mr. P. Da segnalare anche i soli incrociati di Scannapieco e Di Battista nella conclusiva Fast Lane, che però a livello compositivo e strutturale risulta poco convincente – unico caso nell’intero album. Comunque, pur nella varietà di mood che caratterizza questa produzione, l’unità dell’opera è evidente.
Lifetime è un disco fresco a coinvolgente, che pur navigando in acque ormai collaudate da tempo non cade mai nel cliché, grazie all’inventiva di tutti i membri del gruppo e ad un interplay formidabile.