Le continue evoluzioni di Simone Faliva

Foto: la copertina di Gesi










Le continue evoluzioni di Simone Faliva

«La musica ha un senso perché è in continua evoluzione…» Questa affermazione, tratta da L’innocente distrazione, contiene in sintesi uno dei principi del credo estetico di Simone Faliva, strumentista, compositore, insegnante, munito di una vena di sana e lucida follia ad ispirare le sue eccentriche operazioni. Gesi è stato registrato dieci anni fa dal tastierista, in compagnia di bassista e batterista americani e comprende idee avanzate e dirompenti, per nulla datate. Faliva nelle varie tracce, infatti, si diletta a scompaginare gli equilibri di temi classici, introducendo rumori di disturbo e turbolenze assortite. Di fatto, all’inizio il motivo viene eseguito secondo i crismi, ma, alla prima curva, compaiono folate elettroniche, raffiche cibernetiche a togliere letteralmente la terra sotto i piedi a questi evergreen, finendo per minarne alle basi la loro fisionomia. Il gioco è fin troppo scoperto e, proseguendo nell’ascolto, si capisce che questo artificio viene messo in atto dal musicista di Camposampiero in tutto il cd con varianti riscontrabili da pezzo a pezzo. La sostanza, però, non cambia di molto. Fra i brani “violati” ricordiamo I can’t stop lovin’you, famosa hit di Ray Charles, in Quattro note messe in croce, Summertime, all’interno di una traccia nominata Tempo d’estate. Non poteva essere altrimenti… È stato andato via nasconde, invece Sous le ciel de Paris di Edith Piaf e le trasgressioni in questo caso si limitano ad una sovraincisione sfalsata del pianoforte, come in un canone non ben sincronizzato.


Insomma il pianista padovano sembra voler trasmettere l’opinione che non si possano eseguire gli standards così come sono. Occorre, per contro, prendere le distanze, allontanarsi da una ripresa letterale secondo tradizione, per non cadere nella ripetitività e nell’involuzione, eludendo così l’essenza delle concezioni artistiche del titolare dell’album.


Anoci V è uscito prima sul mercato, ma è stato inciso in anni più recenti rispetto a Gesi, anche se le note di copertina, in verità, non lo precisano. Faliva si riserva in questo casoil ruolo di compositore, radunando per l’occasione una piccola orchestra di dieci elementi di impianto accademico. Rispetto alle sue ultime prove, qui c’è più polpa, più musica, insomma e si rileva un uso limitato dell’elettronica, del noise, dell’effetto straniante e dislocatore.


Il leader del disco, inevitabilmente, ripropone alcuni procedimenti che ne caratterizzano l’azione da sempre, riaggiornati a questo nuovo repertorio. Si individua, prima di tutto e chiaramente la volontà precisa da parte di Faliva di far cozzare stili di epoche diverse, per creare contrasti originali e sorprendenti, in grado di produrre qualcosa di superiore artisticamente agli elementi fatti collidere. Si riconoscono, nel disco, sprazzi di atmosfere vivaldiane, accenni di arie d’opera, accanto a intermezzi etno-folk, siparietti minimalisti, squarci drum and bass… Insomma gli ingredienti sono tanti, divergenti e vengono mescolati secondo una regia attenta a sovrapporre i differenti sapori per creare qualcosa di inedito, di più evoluto.


Va sottolineato, ancora, il lavoro attento e complice di tutto l’ensemble a servizio delle invenzioni del maestro veneto. È incontestabile il fatto che la band respiri e viva la musica dell’autore con una devozione veramente speciale.


Con Simone Faliva, per concludere, non ci si annoia mai. Non tutte le intuizioni, le trovate colpiscono nel segno, ma si avverte distintamente in lui l’intenzione di rendere omaggio alla musica, cercando di portarla avanti, per non ripercorrere mai strade batture da moltissimi altri, jazzisti e non, nella storia di questa arte. Non sono questi, in fin dei conti, i dischi inutili…




Simone Faliva – Gesi

Edizioni Momenti – 2015

Simone Faliva: nastro, pianoforte preparato

Jack Mc Kee: contrabbasso

Andy Blackman: batteria


Simone Faliva – ANOCI V… un discoinutile

Edizioni Momenti – 2015

Simone Faliva: composizioni

Emmanuele Praticelli: violoncello

Luca Ardini: sax

Cinzia Luisato: fisarmonica

Mattia Marangon: corno francese

Dario Marangon: clarinetto

Edoardo Favarin: percussioni

Rachele Favarin: arpa

Marta Frigo: flauto

Francesco Perin: tromba

Cecilia Battistello: flauto