Vanessa Tagliabue Yorke – Contradanza

Vanessa Tagliabue Yorke - Contradanza

Abeat Records – ABJZ548 – 2015





Vanessa Tagliabue Yorke: voce

Mauro Ottolini: trombone, tromba a coulisse, sousaphone, recorders, conchiglie

Paolo Tomelleri: clarinetto

Vincenzo Vasi: theremin, elettronica, voce, strumenti-giocattolo

Ethan Uslan: pianoforte

Mauro Costantini: organo

Roberto De Nittis: tastiere

Enrico Terragnoli: chitarra elettrica, banjo

Paolo Garzillo: chitarra e basso elettrici

Giovanni Maier: contrabbasso

Dario Buccino: strumenti sistema HN®

Gaetano Alfonsi: batteria

Maurillio Balzanelli: percussioni africane

Miriam Abate: voce di sirena





Bas Jan Ader è un artista concettuale olandese, noto per le sue performances estreme, in cui si impegnava in cadute senza protezione, dal tetto di casa o da altri siti pericolosi, per verificare la fragilità, la debolezza del corpo umano. Le sue imprese sono documentate in brevi filmati. L’ultima e definitiva sua opera, “In cerca del miracolo”, lo ha portato a sfidare l’Oceano Atlantico in barca a vela, partendo da Cape Cod. Come era prevedibile, il mare ha avuto ragione della sua imbarcazione, ritrovata in seguito sulle coste irlandesi. I resti dell’uomo non sono mai stati rinvenuti. A questa figura leggendaria, di artista totale, proteso verso l’impossibile e l’assoluto, Vanessa Tagliabue Yorke dedica il suo ultimo disco, un album concept, che nel sottotitolo recita appunto “A lament for Bas Jan Ader”. Per tratteggiare la vicenda umana e artistica di Ader, la Yorke utilizza anche altri rimandi a personaggi mitici, come l’inventore della pop art, Andy Warhol o il protagonista del film Fight club, Tyler Durden. Insomma, nei testi, scritti dalla bandleader alternativamente in italiano, inglese o russo, abbondano i riferimenti, le citazioni colte e stuzzicanti, ben miscelate, a servizio del progetto complessivo.


Il cd, inoltre, come si evince dal titolo, rispolvera la “Contradanza”, una forma musicale cubana raffinata e popolare, nata nell’ottocento, ma viene recuperato anche Stephane Foster, importante compositore americano del diciannovesimo secolo. Da questi spunti iniziali, poi, l’ensemble si sposta e si dirige verso altri generi, impregnandosi nel dixieland e arrivando fino al rock psichedelico in una sorprendente continuità. Ogni capitolo riserva, infatti, passaggi imprevedibili, mai scontati.


Fra i vertici del cd si può menzionare La luna non dove è possibile asccoltare un duetto fantasmagorico fra voce e lamiera. Non meno coinvolgente è Ocean wave, con un ritmo accattivante, un pianoforte in stile anni trenta in primo piano e Ottolini, bravissimo alle conchiglie antillesi, a fornire un tocco esotico al quadro globale. Si può citare ancora Niet chainie/Andy una ninna nanna in lingua russa, che comincia come un brano dei Pink Floyd, per evolvere, poi, in una melodia triste, struggente, ma non disperata.


La cantante ha saputo scegliere compagni di viaggio adattissimi alla sua idea portante. Si distingue, in particolare, oltre ai già nominati Ottolini e Dario Buccino (alla lamiera), Terragnoli, banjoista dal tocco vintage e chitarrista con sonorità distorte in chiave rock anni settanta. Come non ricordare, ancora, l’originalissimo Vincenzo Vasi che determina pesantemente con il suo theremin il clima di alcuni pezzi? Su tutti si impone, comunque, la voce appassionata, calda, disponibile al vocalizzo e alla trovata spiazzante, tramite l’uso di filtri, di Vanessa Tagliabue Yorke, ormai non più soltanto uno dei pilastri di Sousaphonyx, bensì una leader a tutti gli effetti, provvista delle migliori credenziali. Sì perché Contradanza è un disco ben concepito, arrangiato e suonato come Dio comanda, un’opera che supera i generi tradizionali e si colloca a buon titolo in quello della musica intelligente, senza altre specificazioni.