Autoproduzione – 2015
Conni Nicklaus: sax alto
Olympia Jensen: sax tenore
Giulia Barba: sax baritono
Gianluca Liberatore: basso elettrico
Eddie Jensen: batteria
Tre sassofoni, una ritmica pianoless. La danza di Frank si sviluppa su un filo musicale caleidoscopico. Jazz e improvvisazione con tutti i riferimenti del caso, passo scattante da marching band, riferimenti variamente collocati nel rock, nel post rock e nelle musiche di sintesi, un atteggiamento aggressivo ed eclettico, pimpante ed ironico, elettrico e postmoderno.
Se l’esempio più evidente è l’annuncio sonoro della chiusura del centro commerciale che anticipa la conclusione di Frank at the mall – trascinante ultimo brano del lavoro, “modulato” su una rivisitazione di un ritmo da discomusic – è tutto il percorso di Tanz Frank Tanz a cercare l’incontro tra piani di riferimento e suggestioni differenti. L’attenzione al filo logico e interpretativo della danza scorre per le nove tracce secondo interpretazioni di volta in volta utili a rispondere al senso delle composizioni: è musica concepita o arrangiata per fare muovere e per far battere il piede a tempo.
E, in generale, è una musica che riflette i molteplici interessi artistici dei componenti del gruppo e rivela l’attenzione e, di conseguenza, mette in mostra una connaturata attitudine a non rispettare i canoni di genere, ma a combinarne i vari principi ispiratori. E si viene accolti subito, dalle prime note dell’iniziale Cheese, nella filosofia del quintetto: passo cadenzato, vena malinconica del tema, attenzione costante alle potenzialità offerte da una frontline costituita da tre sassofoni, con le conseguenti intersezioni tra le linee per creare risposte e stratificazioni sonore. Lo stesso piglio lo ritroviamo nella ritmata e allegra Suzie’s Groove come nella più articolata Frank en Stein. In maniera speculare, Just Frank non rinuncia alla sua natura nemmeno quando si misura con la ballad o con i ritmi più contenuti: Elias o Fly, ad esempio, aggiungono l’elemento libero e, in alcuni passaggi, dissonante allo spettro delle possibilità espressive, e dove si ammorbidiscono il groove e la spinta propulsiva non viene però meno l’intenzione di combinazione i vari elementi. Trauerzug, in qualche modo, costituisce la convergenza tra i due momenti prima di arrivare alle conclusive e movimentate Onwards and upwards e Frank at the mall.
L’attenzione al risultato complessivo rende ragione della denominazione collettiva del gruppo. L’intenzione di sfruttare ogni piega offerta da una formazione così particolare si combina con la coesione generale del suono attraverso l’adesione al progetto e alle sue necessità . La frontline formata da Conni Nicklaus, Olympia Jensen e Giulia Barba punta anche a gestire la dimensione armonica. Gli incroci proseguono oltre che nella parte dedicatra ai temi anche negli spazi lasciati per l’improvvisazione. La ritmica sostiene, ma, allo stesso tempo sfrutta la libertà lasciate sul versante armonico e interagisce con la “densità” melodica portata dalla frontline. Il tutto viene sviluppato con estrema disinvoltura e senza griglie rigide.
Tanz Frank Tanz è, in pratica, una sorta di concept album che si sviluppa tra i passi di danza e le vicende attraversate dal nostro Frank, che accompagniamo fino al momento in cui non viene invitato gentilmente ad uscire dal centro commerciale.
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