AlfaMusic – AFMCD175 – 2015
Shen-Yu Su: sax tenore
Gaetano Partipilo: sax alto
Francesco Lento: tromba
Yu-Ying Hsu: pianoforte
Giuseppe Bassi: contrabbasso
Kuan Liang Lin: batteria
La missione a Formosa di Giuseppe Bassi è gettare un ponte a suon di jazz tra l’isola asiatica e l’Italia. Tre musicisti italiani e tre musicisti di Formosa, appunto, concorrono alla formazione di un sestetto che guarda al jazz degli anni ’60, al suono Blue Note, alle esperienze dei Jazz Messengers e di Wayne Shorter, in primis, e alle varie manifestazioni – più o meno modali, più o meno mainstream – del postbop.
La scrittura prende le mosse da quei riferimenti per dare spazio ad un disegno dal respiro ampio, spesso orchestrale, e dall’arrangiamento sempre controllato e mai invadente. Ed è in questo ambiente sonoro che si sviluppano le improvvisazioni dei protagonisti. Se Mission Formosa è un lavoro che gode del binario preciso dato da Giuseppe Bassi alla musica, è un disco che mette al centro del campo le capacità dei solisti chiamati a reinterpretare e rimodulare il senso dei temi proposti con gli assolo, a dialogare con le sezioni che si creano di volta in volta grazie alla combinazione delle linee.
Gli elementi italiani e orientali si ritrovano nei titoli. Il racconto del viaggio musicale e personale tra Italia e Formosa viene messo in evidenza da riferimenti alle ispirazioni alla base dei brani: After Typhoon, The Olive Tree, Zhong Kui blues e l’italianissima risposta ad Horace Silver con A Song for my mother. Bassi punta a trovare la sintesi attraverso una interpretazione del jazz ben inserita all’interno del terreno individuato dai maestri statunitensi e non lasciando interagire i due “caratteri nazionali”. I riferimenti consolidati nel jazz come “luogo di incontro”, come un filo coerente nel discorso.
Il sestetto realizza in modo efficace il disegno tracciato da Bassi. Un filo sviluppato con precisa proprietà di linguaggio e con l’intenzione di rispettare tanto le composizioni del contrabbassista quanto il canone individuato. Dall’apertura ariosa e trascinante di At 3.09 am alla chiusura riflessiva di A song for you in April, Bassi è attento a dare input sempre diversi per offrire atmosfere e contesti utili ai musicisti per esplorare la sua visione estetica ben piantata nella corrente principale del jazz ma sempre alla ricerca di spunti personali dove far passare nella dimensione del band leader la grande esperienza acquisita come contrabbassista.