Slowly Rolling Camera – Into the Shadow

Slowly Rolling Camera - Into the Shadow

Edition Records – EDN 1048 – 2015



Dionne Bennett: voce

Deri Roberts: sound design, elettroniche, trombone, produzione

Elliot Bennett: batteria

Dave Stapleton: Fender Rhodes, synth


con:

Stuart McCallum: chitarra

Ben Waghorn: sax soprano

Aidan Thorne: contrabbasso


ospiti:

Verneri Pohjola: tromba

Matt Robertson: sinth

Katy Rowe, Victoria Stapleton, Tanwen Evans: violino

Niamh Ferris, Bernard Kane: viola

Abigail Blackman, Beatrice Newman: violoncello





Ancora di scena le soluzioni pop made in Britain e le sue puntuali aperture, connotazioni peraltro naturali ai talentuosi componenti di Slowly Rolling Camera, espressione del poliedrico laboratorio di Cardiff.


Coagulatosi intorno ad un progetto dei leader-produttori dai vasti percorsi Dave Stapleton e Deri Roberts (imbevuti della circolazione d’idee avant-garde d’oltre Manica e derivativi spunti), il carattere della band qui in ascolto si completa con il drumming post-prog di Elliot Bennett e la prestazione di personalità della vocalist Dionne Bennett, che caratterizza fortemente di soul-pop la cifra stilistica aperta e complessa di questo team allargato.


Ciò particolarmente grazie agli apporti, piuttosto infaticabili, delle chitarre di Stuart McCallum e degli scavi del contrabbasso di Aidan Thorne, quindi, tra i side-men di supporto, del teso sax soprano di Ben Waghorn e della lirica tromba di Verneri Pohjola, tutti contributivi alla stratificazione stilistica, che dichiara influenze trip-jazz e un etereo spirito bluesy, in un generale (talvolta infuocato) calore electro-fusion, ma è appunto difficile minimizzare la netta influenza d’orientamento della carismatica vocalist.


Cullante sensualità pervade l’articolata, introduttiva River’s End (che si concede un costruttivo sviluppo di quasi dieci minuti), scartandosene per carattere nella sensuale e più vibrante Into the Shadow; dominio dichiarato del Soul nelle irradianti emanazioni di Anne, prima del finale decollo lungo la grintosa e speditamente rockeggiante Riga, di stregonesca moltiplicazione della voce e livido impasto strumentale.


Band evidentemente conscia di una sua forza stilistica, se il presente EP, che segue di pochi mesi il primo ed eponimo album, è stato realizzato giusto in poche settimane per consolidare i favori dell’audience e fissare ulteriormente gli esiti della propria arte: onesti (e realisti) certamente nel non presentarsi quale gruppo-rivelazione quanto come godibile fucina di sintesi di una peculiare corrente “nu-Soul”, che intelligentemente incamera una panoramica d’influenze, come su esposto, mantenendosi schierata sul versante pop non tanto dell’innovazione, quanto della circolarità di idee e gusto.




Link correlato: https://slowlyrollingcamera.bandcamp.com/album/into-the-shadow-2