90 anni suonati: il concerto per i novant’anni di Franco Cerri

Foto: La locandina del concerto










90 anni suonati: il concerto per i novant’anni di Franco Cerri

Milano, Teatro Dalverme – 29.1.2016

«Incredibile! Mai vista tanta gente fare la fila per un concerto di jazz.» Parlando con uno degli aspiranti spettatori ho saputo che era lì dalle cinque del pomeriggio: una fila lunghissima di persone pazienti. Alla fine, si sono potuti contare non meno di 1500 spettatori in teatro e la polizia purtroppo ha dovuto rimandare indietro non meno di seicento persone che non hanno potuto trovare posto in teatro.


Il concerto per i novant’anni di Franco Cerri è stato organizzato dal Comune di Milano, dall’Assessore alla Cultura Filippo Del Corno e dalla Civica Scuola di Musica Claudio Abbado e da Area M. Alessandro Melis è stato il presentatore della serata. Nell’attesa che i musicisti calcassero il palco, su un grande schermo sono stati proiettati alcuni filmati tra i quali Corcovado, il noto tema di Tom Jobim, eseguito in duo da Franco Cerri con Mina nel corso di Studio Uno. «Nonostante i suoi anni, Cerri è rimasto fedele alla sua immagine di una volta», «L’unica differenza sono i capelli bianchi»: questi i commenti che si sentivano tra il pubblico mentre scorrevano i filmati.


Quando il conduttore ha preso la parola, ha riferito che il chitarrista non voleva il ricordo di struggente dei bei tempi andati ma limitarsi ancora una volta a svolgere il suo compito di jazzman, swingando e improvvisando con i suoi compagni e gli amici musicisti ospiti. Dopo poche parole, è iniziato il primo set. Franco Cerri è stato raggiunto sul palco dall’organ trio guidato dal batterista Tony Arco con Alberto Gurrisi all’organo e Luca Garlaschelli al contrabbasso. Nonostante i suoi anni ha dimostrato ancora di avere un certo vigore fisico e di suonare accennando delicatamente al tema con qualche variazione e breve improvvisazione per lasciare poi spazio ai suoi collaboratori. Soprattutto il batterista Tony Arco ha dimostrato ancora una volta di avere un drumming accattivante e moderno, trascinando all’applauso il pubblico. Tra i temi più riusciti vanno ricordati Brasil, Roma nun fa la stupida stasera di Armando Trovajoli e persino un accenno a Volare di Domenico Modugno. Verso la fine del set, è salito sul palco il chitarrista Alessandro Usai che ha duettato con Cerri: il “festeggiato” ha presentato il giovane musicista come una promessa del jazz italiano. Prima della fine del set è arrivato sul palco Enrico Intra, amico e compagno di avventure di Cerri, per un breve ed evocativo momento in piano solo.


Durante la pausa, il pubblico si è riversato nel foyer dove, tra le altre cose, era possibile acquistare Barber Shop, il nuovo disco di Franco Cerri, mentre sullo schermo venivano trasmessi brevi filmati di auguri realizzati da attori, musicisti e amici del chitarrista. Tra gli altri, Dario Fo ha esaltato le qualità umane e artistiche di Cerri, Paolo Fresu ha accennato un “Happy Birthday” con la tromba, i messaggi di Simona Molinari e Chiara Civello. E, infine, il chitarrista George Benson che con molto orgoglio si è vantato di essere amico di Cerri e di aver suonato con lui: tra i vari ricordi, il chitarrista statunitense ha raccontato di essere stato ospite a casa Cerri, in occasione di un suo passaggio a Milano, e di aver mangiato un piatto di spaghetti che gli aveva cucinato lo stesso chitarrista.


Prima della seconda parte, è arrivato sul palco un ospite inatteso, un amico giunto in aereo da Roma: Piero Angela. Forse non tutti sanno che Angela, oltre che giornalista, conduttore televisivo e appassionato divulgatore scientifico, è anche un valido pianista di jazz. Cerri lo ha presentato come un musicista che, a un certo punto si è dedicato ad altro, suscitando l’ilarità di Piero Angela. Dal canto suo, questi ha confermato di conoscere Cerri dal lontano 1946 quando era ancora giovane e raggiungeva in bicicletta il teatro dove si esibiva l’Orchestra di Gorni Kramer, tra le cui fila militava anche il giovane chitarrista, o il Quartetto Cetra. Angela si è poi seduto al pianoforte, dimostrando di essere un pianista dal tocco classico, per offrire una raffinata interpretazione di My funny Valentine e My foolish heart, quest’ultimo brano eseguito in duo con Cerri. Un’esibizione applauditissima.


Il secondo set è stato, invece, dedicato al nuovo disco di Cerri. Sul palco abbiamo ritrovato il supertrio composto da Dado Moroni al pianoforte, Riccardo Fioravanti al contrabbasso e Stefano Bagnoli alla batteria che è presente nel disco. Sul palco è arrivata l’atmosfera tipica di una jam session di altissimo livello. Grande disinvoltura, senso del ritmo, capacità di emozionare il pubblico. Dopo qualche esitazione iniziale, Cerri si è lasciato coinvolgere dando l’avvio a un momento di grandissimo valore artistico e tecnico. Tra i brani eseguiti, vanno sicuramente sottolineati But not for me e il medley ellingtoniano con cui è terminato il set tra gli applausi e gli auguri rinnovati a gran voce del pubblico.


Il regalo fatto dalla Scuola Civica a Cerri – seduto in una sorta di poltrona-trono – è stato l’esibizione di un’orchestra composta da una quindicina di elementi, provenienti dai corsi: hanno dato a un brano di stampo kentoniano.


Come durante la pausa, anche al termine del concerto il pubblico ha preso d’assalto il tavolo dove si poteva comprare Barber Shop: si, perché a novant’anni, Cerri ancora suona e incide con passione e trasporto.


Buon compleanno, Franco!