Matteo Tundo – Zero Brane

Matteo Tundo - Zero Brane

Aut Records – AUT021 – 2015





Matteo Tundo: chitarra

Piero Bittolo Bon: sax alto, clarinetto

Emanuele Parrini: violino, viola

Simone Graziano: Fender Rhodes

Matteo Giglioni: batteria

Alessio Riccio: electronics






Dal punto di vista musicale, Zero Brane rappresenta un particolare combinazione tra jazz e rock progressive. Naturalmente va aggiunto subito – per non farsi risucchiare dal labirinto degli steccati tra i generi musicali – che il tutto viene filtrato dal senso prospettico portato dai quarant’anni che ormai ci dividono dalla pubblicazione di Red dei King Crimson e dei quasi cinquanta raggiunti dalla svolta elettrica di Miles Davis. Matteo Tundo costruisce un mondo musicale che verrebbe facile definire aggiungendo il prefisso “post” a qualunque aggettivo utilizzato: una vera e propria colonna sonora per un universo distopico, una ri-costruzione concepita attraverso incroci inconsueti di suoni elettronici con strumenti elettrici e acustici, ma anche attraverso la possibilità di mettere a confronto strutture e forme diverse tra loro.


La musica proposta da Matteo Tundo possiede, in senso traslato, una sorta di necessità espansiva, il bisogno di porre i propri punti di riferimento, mutuando e ridefinendo le chiavi espressive tipiche delle forme preesistenti. Una spola continua tra mondi differenti dove incontriamo, di quando in quando, elementi puntuali immediatamente riferibili alle loro matrici originarie, intersecati in mezzo a materiali profondamente trasformati o rielaborati. Nel gioco previsto dal chitarrista entra tutto: reminiscenze classiche e movimenti onirici, suggestioni cinematografiche e attitudine contemporanea. Oltre al jazz e al prog citati in apertura, le principali stelle polari del percorso tracciato dagli otto brani.


I riferimenti scientifici non si fermano al titolo del disco e del secondo brano. Zero Brane o zero-brane è la membrana di zero dimensioni nella M-Theory (dove la M starebbe per membrana). Nella scaletta trovano posto Simmetries of the Universe, Antimateria e Moonog, ma anche Thinking mind e Idea possono essere ricondotti allo stesso ambito. E, in effetti, Zero Brane riprende molti spunti tipici del concept album o una colonna sonora, come si diceva sopra.


Zero Brane si avvantaggia della presenza di musicisti in grado di interagire con le tante connessioni poste in essere da Matteo Tundo e, anzi, di rilanciare l’azione musicale verso altre direzioni espressive. In molti casi, sia nei loro dischi che nelle collaborazioni che li hanno visti protagonisti, Piero Bittolo Bon, Emanuele Parrini e Simone Graziano hanno già mostrato una dimensione onnivora e, soprattutto, curiosa. La line up della formazione presente in questo lavoro, senza l'”ancoraggio” del basso, permette di fluttuare in maniera non convenzionale sopra l'”orizzonte degli eventi” o, se si preferisce, di trovare soluzioni non consuete al sestetto: li costringe a una dialettica, li porta a “rinegoziare” i ruoli all’interno della formazione.


E in questo modo, per tornare al concetto di ri-costruzione visto prima, a cercare di evitare per quanto possibile i cliché e le soluzioni preconfezionate presenti nei riferimenti di partenza.



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