NoBusiness Records – NBLP 85 – 2015
Howard Riley: pianoforte
Pianista e creativo che seguita nel mantenere elevata la guardia ispirativa, ed ampia la visuale, il britannico Howard Riley con una certa regolarità persiste nel prodursi sia su palco che su disco, sebbene con visibilità tuttora non diffusa, ed il lusso (disagevole, ma coerentemente perseguito) di mantenersi spirito free in purezza viene condiviso nella elargizione musicale di 10.11.12 (dalla ripresa live al lituano Jazz Jungtys Festival, nella medesima data), in qualche modo sancito dalla preziosità dell’edizione unicamente in vinile : le due equamente ripartite facciate dispensano una peculiare musicalità non esente da oscurità linguistiche, ma comunque ininterrottamente percorsa da un flusso espressivo che gratificherà un ascolto che difficilmente sarà afflitto da distrazione, una volta sancito un punto d’incontro con tale mondo musicale, sbilanciato ad arte e vivificato con strategica sapienza.
Si ammetta comunque che nulla è davvero immediato, o scontato, nell’esposizione pianistica di Riley, di una concentrazione febbrile e, non senza legittimità, religiosa, nell’iterazione e nella ricerca ferventi, tra confessione ed invettiva, e nella trance serrata, più volte brusca, che sembra dominare l’allure espressiva del Nostro.
Con il vezzo di tratteggiare una ricerca identitaria già dall’introduttiva Dwelling One, dalla sintassi curiosa e dalle spigolose progressioni, le evocazioni spiritate e le agitanti ballads, il giocare perfino ad impigliarsi nel marchingegno-pianoforte (Identification), le digressioni, apparenti e frequenti, aprendo multipli canali sul fronte melodico, non mancano comunque di richiamare alla logica d’insieme il materiale posto in opera.
In sei momenti di stile complesso e vissuto, a propria firma (con l’eccezione della conclusiva Lush Life – da Billy Strayhorn), la dinamica meditazione, tra ispirazione blues e progressismo jazz, riceve un ennesimo, accurato servizio e tributo dall’etichetta-custode NoBusiness che, tra i suoi numerosi meriti, estetici e divulgativi, può vantare tale meritoria opera di diffusione dell’arte di un solitario (e perlopiù malinteso) Prometeo vettore di una luce (sonora) sovente oscura ma nondimeno appagante per curiose orecchie.