Abeat Records – Abjz 149 – 2015
Emanuele Cisi: sax tenore
Eric Reed: pianoforte
Vincenzo Florio: contrabbasso
Adam Pache: batteria
Humberto Amesquita: trombone
«La seduta di registrazione che ha dato vita alla musica che sentirete in questo disco è stata la più “facile” della mia carriera di musicista di jazz.» Come dargli torto! Cisi suona in questo disco con una semplicità e facilità disarmante. Swinga che è un piacere per l’udito. La sua musica scorre fluida e spontanea. È priva di fronzoli, è una massa di note incandescenti, fisicamente voluminosa e d’impatto. La sezione ritmica gestita da Adam Pache e Vincenzo Florio è un treno che spinge, trascina, sostiene le sortite di Cisi e le invenzioni straordinarie di quel pianista sopraffino quale è Eric Reed (Juta’s Walk). Il suono di Cisi ha una fisionomia e poetica tutta personale che ricorda da lontano le sue passioni consumate all’ascolto dei big del bop e hard bop, in primis Rollins. Una fisionomia ormai chiara ed evidente che permette di accostare le calde sonorità del suo sax ad una figura ben precisa, quella di Cisi per l’appunto (Song for Iolanda e Last night when we were young). Notevole è anche il dialogo con Amesquita nella splendida The silver house, un pezzo latin dall’atmosfera cavernosa e notturna, e nella riproposizione di Work di Monk. Ci sarebbe dell’altro da aggiungere, ma crediamo sia sufficiente quanto detto. Il resto, ed è tanto, lo scopre l’ascoltatore e lo racconta Cisi, con il sostegno straordinario di Reed, in questo disco magnifico e vivamente consigliato.
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