Foto: Roberto Priolo
Giovanni Falzone Open Quartet @ Area M
Milano, Auditorium Stefano Cerri – 30.3.2016
Giovanni Falzone: tromba
Alessandro Lanzoni: pianoforte
Gabriele Evangelista: contrabbasso
Enrico Morello: batteria
«Vieni, mio bel gatto, sul mio cuore innamorato; ritira le unghie nelle zampe, lasciami sprofondare nei tuoi occhi.»
I gatti, storicamente, sono animali che stregano, affascinano e seducono gli uomini. Ne sa qualcosa Baudelaire, che ha reso immortale questa sua passione attraverso alcune liriche potenti. Altrettanto ha fatto Giovanni Falzone, che ha costruito un intero progetto, sedotto dai suoi due gatti, a cui ha dedicato L’Inatteso Incontro, una lunga suite composta da otto movimenti. Il trombettista siciliano l’ha presentato in anteprima durante il concerto che ha tenuto per Area M presso l’Auditorium Stefano Cerri di Milano. Per l’occasione si è esibito con il suo nuovo quartetto composto da alcune delle punte di diamante della nuova generazione di jazzisti italiani: Alessandro Lanzoni al pianoforte, Gabriele Evangelista al contrabbasso e Enrico Morello alla batteria. Falzone non è nuovo a progetti crossover, ultimo della serie quello dedicato ai Led Zeppelin, a musiche che attraversano le barriere, che mescolano generi, che vanno oltre le categorizzazioni. La sua è una ricerca costante e anche L’Inatteso Incontro non è esente da questa sua tendenza. Anzi, qui ha dimostrato e confermato di essere pienamente maturo nella scrittura, di riuscire a passare da un genere all’altro senza soluzione di continuità, riversando e mescolando suoni di diversa natura senza cesure o passaggi intermedi. I gatti sono chiaramente l’espediente creativo e narrativo per costruire la sua idea di musica che lo rende uno dei migliori trombettisti jazz italiani, ma anche un musicista aperto, curioso e per nulla “puritano”. Durante il concerto è passato dal dixieland a Debussy, al tango, al latin, al free, all’esoticità di Ellington, all’uso di espedienti elettronici e vocali. E l’ha fatto con una facilità disarmante, attenendosi pienamente alle parti scritte ma senza rinunciare alle intuizioni del momento.
E in questo un ruolo fondamentale l’hanno svolto Lanzoni, Evangelista e Morello. I tre non sono stati solo un supporto ma anche e soprattutto una forza cinetica e creativa, una fonte rigenerante per le idee in progress di Falzone. Questo è un quartetto coi fiocchi a cui bisogna augurare lunga vita.
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