Edition Records – EDN1601 – 2015
Martin Stender: sassofoni
Lars Greve: sassofoni, clarinetto
Mathias Holm: tastiere
Victor Dybbroe: percussioni
Mads Forsby: batteria
Quarto disco per il gruppo di Copenhagen che in Fables dimostra tutta la sua forza espressiva e conferma quanto di buono fatto con i dischi precedenti. Sin dall’apertura del disco con l’ipnotica, inquietante e metallica Fables, una trattazione da tregenda nordica a lieto fine, ci si rende conto della maturità raggiunta da questo gruppo sia nello scrivere che raccontare la loro musica. Quest’ultima altro non è se non una sorta di corrente fluttuante che cambia direzione a seconda della struttura narrativa di ogni singolo pezzo (Sea Trail). Ed essa, la corrente, poggia su un costante e continuo substrato ritmico, diremmo groove, che viene garantito dallo “stregone” Victor Dybbroe, che a far suo busca l’oriente dall’occidente (Randall’s Island). Mads Forsby invece picchia duro con la batteria fornendo sostanza all’economia ritmica dell’insieme. I fiati di Martin Stender e Lars Greve tessono flussi di suoni minimali arricchiti da trovate polifoniche che caratterizzano le atmosfere di Mammatus e Aftentur. Nel mentre le tastiere di Mathias Holm cuciono e armonizzano le sortite iper spaziali di fiati e percussioni (Aeki e la splendida Dovetail). Verso la fine del disco spunta Yola, una dolcissima nenia graffiata dai raspi del sax e addolcita dai colori dello xilofono. Episodes, nostalgica e melanconica, al battito cinematografico delle percussioni chiude Fables, un disco bello e atipico nella sua espressività, nordico nel pensiero ma caldo e orientale nelle sensazioni.
Segui Flavio Caprera su Twitter: @flaviocaprera