Auand Records – AU9055 – 2016
Walter Beltrami: chitarra, loops
Danilo Gallo: basso elettrico
Stefano Tamborrino: batteria
Walter Beltrami si pone ormai decisamente, nel jazz italiano di oggi, come uno dei punti di riferimento da considerare nella evoluzione dello stile e nei cambiamenti progressivi che ogni strumento ha connaturati in sè in simbiosi con i rispettivi interpreti. Come Francesco Bearzatti, Giovanni Falzone, Giovanni Guidi ed altri importanti giovani artisti che adesso dimentico di citare, fa parte di una schiera di artisti magnificamente irrequieti, che indicano nuove strade e cominciano coraggiosamente a batterle prima che qualcun’altro glielo abbia minimamente consigliato. Beltrami era giá partito da un pò con le sue sperimentazioni chitarristiche, con il suo strumento profondamente vero ma allo stesso tempo imprescindibile da una simbiosi con l’elettronica, con riferimenti fondamentali a grandi maestri americani pur metabolizzati e poi subito rigettati per creare una linea tutta sua personale. Tanto che oggi un suo lavoro porta un marchio di fabbrica rappresentato da un suono inconfondibile, a metá del guado che si percorre fra jazz e rock, con un incedere a volte parossistico e reiterato, in realtá in continua fascinosa mutazione. I suoi brani hanno una cadenza ipnotica, le variazioni solistiche della chitarra sono sinuose ed impercettibili, il connubio con la ritmica essenziale. Se non lo conosciamo ed abbiamo amato alcune delle migliori cose prodotte da John Scofield e Bill Frisell in passato, e se siamo attratti da un certo rock sperimentale di inizio secolo alla Soul Coughin, non possiamo non esserne attratti. Credo che l’ultimo Miles lo avrebbe molto apprezzato.
E sentendolo, ci avrebbe fatto un pensierino.