Oscar Del Barba – Two Suites For Jazz Orchestra

Oscar Del Barba - Two Suites For Jazz Orchestra

Dot Time Records – DT9036 – 2015




Oscar Del Barba: direttore

Dave Liebman: sax soprano

The Jazz Orchestra

Carlo Nicita: flauto, flauto alto, piccolo

Christian Thoma: oboe, corno inglese

Guido Bombardieri: sax soprano, sax alto, clarinetto

Achille Succi: sax alto, clarinetto, clarinetto basso

Massimiliano Milesi: sax tenore

Francesco Bigoni: sax tenore, clarinetto

Rossano Emili: sax baritono, clarinetto basso

Daniele Giardina: tromba, flicorno

Fabio Bau: tromba, flicorno

Massimo Greco: tromba, flicorno

Paolo Malacarne: tromba, flicorno

Andrea Andreoli: trombone

Silvio Bernardi: trombone

Beppe Caruso: trombone

Carlo Grandi: trombone, tuba

Domenico Caliri: chitarra

Alessandro Savino: pianoforte

Salvatore Maiore: contrabbasso, basso elettrico

Vittorio Marinoni: batteria





Un lavoro coraggioso, pulsante, a tratti imperfetto, comunque molto ammirevole. Frutto della musica di un grande ensemble di circa venti elementi con un ospite d’eccezione, il soprano di David Liebman in una delle due suite (Cinque scene per Big Band). A guidare l’orchestra ed a comporre ed arrangiare il pulsante materiale vivo musicale, Oscar Del Barba, che ha avuto il piacere di vedere pubblicato il suo lavoro anche da una etichetta nordamericana.


Sulle orme di grandi orchestre del periodo (anni 60/80) in cui maggiori variazioni e sperimentazioni sono arrivate in quell’ambito jazzistico, e soprattutto pensando a Gil Evans, Del Barba guida il gruppo in due differenti composizioni. La prima, di carattere più propriamente jazz e dal significativo titolo Cinque Scene per Big Band, è divisa in parti che vedono protagonisti Liebman ed altri valenti solisti dell’orchestra ed ha un sapore più propriamente ritmico e swing ante, pur con variazioni improvvise ed a volte inattese. La seconda composizione, Variazioni sopra un canto popolare bresciano, è ovviamente legate alla tradizione del canto regionale nominato nel titolo, e rientra ovviamente in stilemi più vicini alla tradizione italiana e del nord in particolare, con una strumentazione un po’ differente ed un andamento maggiormente intimista e silente nell’incedere delle note. Entrambi sono dimostrazioni, nel loro insieme, del lavoro di un gruppo lodevole nelle sue interpretazioni musicali ed apprezzabile negli intenti del suo leader, alla ricerca di un connubio, a volte anche coraggiosamente dissonante, fra mondi diversi da avvicinare fra loro.