Abeat Records – ABJZ 551 – 2016
Pippo D’Ambrosio: batteria, percussioni
Mirko Signorile: pianoforte
Giorgio Vendola: contrabbasso
Davide Viterbo: violoncello in Quiete Apparente
La bussola musicale di Pippo D’Ambrosio punta decisamente verso nord per questo suo lavoro in trio. Le atmosfere evocate riprendono quelle evocate negli ultimi anni dagli alfieri del piano trio nord-europeo, declinate però secondo coordinate espressive ben specifiche.
Innanzitutto, il batterista articola in modo circolare l’architettura del lavoro, con il brano che da il titolo al lavoro a fare da cornice al racconto con una doppia esecuzione in apertura e chiusura. Architettura che si riflette anche nello sviluppo circolare delle melodie di molti temi e nell’intenzione di rimarcare la dimensione ostinata di alcuni passaggi, nella costruzione delle suggestioni e degli ambienti sonori realizzata attraverso la somma costante e continua di piccoli tasselli che vanno a confluire nel risultato generale.
Cinque brani firmati dal batterista, uno ciascuno da Mirko Signorile e Giorgio Vendola, un tema ripreso da Ryuichi Sakamoto, ai quali si aggiunge Interludio per Dora di Stefano Di Lauro. Le composizioni spostano gli equilibri verso le coordinate a cui si accennava sopra: la scrittura lascia trasparire interessi, incontri ed esperienze che rappresentano molto bene il punto di vista di un musicista italiano che guarda al mondo in maniera aperta e curiosa, che porta nei suoi concerti in solo lo studio e la passione per le tradizioni e i suoni provenienti da ogni angolo del pianeta, che ha collaborato e collabora con musicisti di estrazione diversa. E un discorso analogo si può replicare per i compagni di viaggio scelti a formare il trio vale a dire Vendola e Signorile: oltre alla confidenza reciproca e alle tantissime collaborazioni reciproche che li hanno visti insieme sul palco e nelle registrazioni, i tre condividono l’intenzione di far propria, l’intenzione di rendere personale un formato come quello del trio e, in particolare, questa specifica declinazione: se se ne possono ritrovare alcuni degli stilemi tipici, infatti, c’è sempre immediata di virarne i colori e le sfumature espressive in maniera personale.
E quindi, se ritroviamo ad esempio il ritmo proposto in maniera frammentata o la gestione ostinata e circolare dei temi, sono elementi che vengono declinati in una formula sempre peculiare. Il riferimento viene sfruttato come base di partenza e rivestito di accenti trovati nelle tante esperienze vissute singolarmente o condivise dai tre, speziato dai riflessi del Mediterraneo, aperto al confronto con le matrici jazzistiche statunitensi ed europee e sensibile al mondo classico.
Parafrasando il tema di Sakamoto eseguito dal trio, Energy flow, Pippo D’Ambrosio cerca traiettorie per far fluire l’energia presente nel trio e nelle suggestioni evocate dai brani. A partire dal riferimento sottolineato in apertura, il batterista confezione uno spazio utile a dare respiro alle intenzioni dei suoi compagni di avventura: spazi dove poter far confluire senza affanni le intenzioni, dove poter costruire il discorso passo dopo passo, grazie alle capacità dei singoli e alla confidenza reciproca.
Segui Fabio Ciminiera su Twitter: @fabiociminiera