Dominique Di Piazza – Princess Sita

Dominique Di Piazza - Princess Sita

Picanto Records – PIC010 – 2007




Dominique di Piazza: basso

Nelson Veras: chitarra

Manhu Roche: batteria






Primo album da leader per un bassista già affermato – soprattutto in Francia -, e ennesima produzione musicale azzeccata per una giovane etichetta italiana che ha già dimostrato di sapersi muovere bene nella scienza jazz attuale, e che ripromette in futuro produzioni di grande livello. Stiamo parlando di Princess Sita, un ottimo disco prodotto per Picanto Records da Dominque di Piazza, che per l’occasione si è scelto degli accompagnatori di prim’ordine: accanto al celebre batterista Manhu Roche c’è Nelson Veras, uno dei principali protagonisti della chitarra jazz brasiliana. Tutto il disco infatti è costruito basandosi su un sapiente incrocio di stili di differente derivazione. E’ evidente da un lato l’influenza del jazz più tradizionale nella batteria di Roche o nello stesso basso elettrico, ma Veras unisce sapientemente un fraseggio alla Reinhardt con alcune ritmiche più direttamente prelevate dalla matrice musicale sudamericana. Impossibile non fare riferimento, per molteplici motivi, all’opera di Al di Meola, specialmente con i World Sinfonia: un lessico personale ma profondamente influenzato dal jazz classico tanto quanto dalla musica etnica. Princess Sita è tutto questo: un impasto musicale calibrato mesce diverse componenti (oltre a quelle citate, impossibile non trovare lo stile di Jaco Pastorius negli andamenti del basso di Dominque di Piazza) e diverse idee, rendendo il tutto comunque omogeneo e ben coeso.


Oltre che bassista ottimamente dotato dal punto di vista tecnico e improvvisativo, Dominique di Piazza si afferma come compositore di prim’ordine: dei dodici brani che compongono il disco, infatti, otto portano la sua firma. Anche sotto questo punto di vista, il lavoro si rivela decisamente eclettico: si passa con assoluta disinvoltura dai ritmi serrati e coinvolgenti di Wake Up alle atmosfere più rilassate e quasi impressionistiche di Aprés la Pluie.


Insomma un disco ben confezionato, che rivela le potenzialità da leader di un musicista già affermato e l’abilità di una giovane casa discografica italiana. Entrambe le cose ci lasciano sperare in un roseo futuro.