New Talents Jazz Orchestra diretta da Mario Corvini e Daniele Tittarelli – Extempora

New Talents Jazz Orchestra diretta da Mario Corvini e Daniele Tittarelli - Extempora

Parco della Musica Records – MPR CD – 2016





Mario Corvini: direzione

Daniele Tittarelli: sax alto, sax soprano


New Talents Jazz Orchestra:

Diego Bettazzi: sax alto, clarinetto

Vittorio Cuculo: sax alto, sax soprano

Igor Marino, Emiliano Mazzenga: sax tenore

Riccardo Nebbiosi: sax baritono

Andrea Priola, Stefano Monastra, Nicola Tariello, Chiara Orlando: tromba, flicorno

Davide Di Pasquale, Stefano Coccia, Elisabetta Mattei: trombone

Matteo Vagnarelli: trombone basso

Marco Silvi: pianoforte

Luca Berardi: chitarra

Nicolò Pagani: contrabbasso

Francesco Merenda: batteria






Fin dal secondo dopoguerra, forse prima, ai musicisti jazz italiani non è mai mancato il gusto per assemblare e produrre formazioni orchestrali di spessore, con frequenti apprezzabili risultati. E nel tempo questa caratteristica si è mantenuta, dando agli appassionati di questo genere l’occasione di gustare dell’ottima musica. Una musica spesso debitrice delle eredità di grandi formazioni americane, nella scia di una tradizione consolidata dai tempi di Duke Ellington, passata attraverso le lezioni di Gil Evans, George Russell ed altri.


La nutrita formazione guidata da Mario Corvini dal 2012 e benevolmente (e meritevolmente) protetta dalle ali dell’Auditorium di Roma (per la sua etichetta è realizzata questa incisione), si compone di notevolissimi e spesso assai giovani talenti, avvalendosi in prima linea dell’altrettanto gran talento (questo già più consolidato) di Daniele Tittarelli, valentissimo alto e soprano.


Extempora è l’ultimo progetto curato e condotto da Corvini, classe ’67 e figlio d’arte, appassionato insegnante che con i suoi musicisti si incontra regolarmente per provare e sperimentare. Questo Extempora, eloquente anche nel titolo che tende a dargli una veste sperimentale ed innovativa, ci guida all’ascolto di composizioni di ampio respiro, capaci dunque di dare spazio ad un tema delineato che possa poi lasciare il passo ad ottimi solisti, in costruttiva alternanza o in allettanti incroci musicali.


A volte riconducendo a sonorità sperimentate e delineate dai succitati grandi vati del passato, altre volte (la maggioranza) costruendo un proprio suono di orchestra, molto originale e sapientemente sospeso su ponti musicali figli dell’arte più moderna, stimolanti ed aperti alle variazioni. Impossibile citare tutti i bravissimi componenti (i solisti sono indicati brano per brano nelle note); ma sono da ricordare un bellissimo e quieto passaggio segnato dal piano di Marco Silvi e dal soprano di Tittarelli in Personology (Parker aleggia…), oltre ad uno dei pezzi più espressivi e significativi del disco, forse potenziale manifesto di una moderna orchestra jazz, dal titolo di Dagnele. In definitiva un lavoro apprezzabile, una bella immagine di insieme musicale pulsante e vivo, viatico per future imprese.