Albòre Jazz – Albcd 027 – 2016
Paolo Recchia: sax alto
Enrico Bracco: chitarra
Nicola Borrelli: contrabbasso
Già dalla copertina questo disco si fa notare per essenzialità, classe, ironia. E non è poco, anche perché il contenuto rispecchia tale bontà. Paolo Recchia appare in una bella foto bianco e nero davanti ad un muro su cui si apre una finestra con fitta grata, a mostrare dietro un panorama di mare aperto. Addosso, una semplice maglietta bianca dominata dalla espressione perplessa ed ammiccante del giovane Woody Allen; dall’altra parte del muro è appoggiato il suo alto sax. Nella copertina posteriore, lungo lo stesso muro, una bambina corre giocando con una ruota verso lo stesso Paolo, stavolta placidamente seduto lungo lo stesso muro.
A me questo Peace Hotel ha dato le stesse sensazioni, all’ascolto, generate da queste belle foto; comunque sensazioni altamente positive. La combinazione musicale originata dalle note del sax di Recchia con la chitarra di Roberto Bracco ed il contrabbasso di Nicola Borrelli, nell’interpretazione di bellissimi standards (Coltrane, Porter, Tristano ed altri) alternati a composizioni originali dei tre musicisti, si rivela in un perfetto equilibrio dominato da un suono compatto, fluido, pacifico come l’Hotel in cui immaginiamo di arrivare, quello della pace del titolo. Brani molto intensi, connubio perfetto fra i tre, ruoli importanti per ciascuno di loro, sebbene ovviamente il sassofonista rivesta il ruolo di solista principe. Tutto ciò nell’assenza di una completa ritmica, di cui non si sente mancanza alcuna, essendo i compagni di musica di Paolo davvero capaci di tenere un ritmo tutto loro. Dando grande dinamica a diversi passaggi dei brani, alternata a situazioni più compassate, sognanti, pacifiche (ritorna il tema). Un gran bel lavoro, tre musicisti in stato di grazia, un protagonista che dopo un ottimo lavoro dedicato a Stan Getz si conferma ad alti livelli.