INCIPIT Records – INC216 – 2016
Germano Mazzocchetti: fisarmonica
Francesco Marini: sax soprano, clarinetti
Paola Emanuele: viola
Marco Acquarelli: chitarra
Luca Pirozzi: contrabbasso
Emanuele Smimmo: batteria
Sergio Quarta: percussioni
As soon as possible, il più presto possibile… questo il significato di ASAP, acronimo ormai entrato nel dialogo comune dei messaggi abbreviati e delle risposte fulminee della rete. Asap è anche il titolo del nuovo lavoro proposto da Germano Mazzocchetti alla guida del suo sfaccettato ensemble: un contesto dove entrano sapori musicali classici ed etnici, l’improvvisazione jazzistica e il senso profondo della scrittura, il gusto della combinazione timbrica delle diverse voci e la gestione sempre sicura dell’arrangiamento.
Germano Mazzocchetti riesce a combinare, come di consueto, suggestioni differenti in un racconto musicale variegato ma, allo stesso tempo, coerente e compatto. Si può riconoscere la sua firma in ogni passaggio del lavoro: la si ritrova nella dimensione narrativa di molti brani; nel gusto teatrale di una chiusura ad effetto, come avviene al termine del disco con la conclusione di Kees; nella miscela sempre bilanciata tra i vari elementi. Soprattutto, la si ritrova nella capacità di condurre con immediatezza l’ascoltatore all’interno delle melodie: dopo pochi secondi, sembra di conoscere da sempre i brani. È la stretta connessione con le derive popolari o, se si vuole, etniche ma è anche la profonda conoscenza della tavolozza a propria disposizione, sia nella scrittura che nel dialogo con l’ensemble.
In diversi brani – la Passatella di apertura e le conclusive Asap e Kees, su tutte – si nota una certa urgenza nel passo, da cui forse la scelta del titolo del disco. Il tutto viene sottolineato dalla spinta che Mazzocchetti disegna per la sezione ritmica. È la chiave usata dal compositore per leggere l’attualità del nostro paese: le tradizioni della tarantella, del ballo e delle melodie vengono filtrate attraverso una visione personale e matura. La stessa composizione dell’ensemble viene effettuata con l’intenzione di poter disporre di suoni da plasmare con morbida fluidità: la viola, la fisarmonica e il clarinetto, ad esempio, assicurano linee rotonde, un passo sicuro e ancora sufficientemente agile, la possibilità di suoni lunghi e, allo stesso tempo, di un respiro necessario. Se la chitarra, da una parte, completa una linea di strumenti solisti capace di lavorare al servizio delle necessità dell’ensemble, dall’altra, Marco Acquarelli propone un vasto spettro di soluzioni che abbraccia nelle improvvisazioni il jazz, la matrice popolare, alcuni richiami sudamericani e le miscela in soluzioni sempre efficaci.
Giordano Montecchi, nelle note di presentazione del disco, definisce Germano Mazzocchetti “musicista dalle molte radici e dall’idioma tutto suo.” Una sintesi del tutto calzante alla produzione del compositore e, in particolare, per Asap. È un disco che cerca nelle tradizioni e, va sempre ricordato quando si parla di Germano Mazzocchetti, nella scrittura le basi per proiettare verso il futuro lo sguardo: ritmi, sonorità e linguaggi vengono sottoposti con garbo a un trattamento continuo, un vero e proprio lavorìo utile per far collimare con pazienza tutti i tasselli del mosaico.
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