Foto: Fabio Ciminiera
Claus Boesser-Ferrari & Heiko Plank @ Paesaggi Acustici 2016
Garrufo di Sant’Omero – 30.8.2016
La serata conclusiva dell’edizione 2016 di Paesaggi Acustici ha portato due diverse maniere di interpretare il linguaggio dello strumento a corde sul palco della rassegna diretta da Gionni Di Clemente, vale a dire Claus Boesser-Ferrari e Heiko Plank. Se entrambi prendono le mosse dalla tradizione acustica, sono le sperimentazioni sonore e semantiche a rendere del tutto unico il percorso intrapreso.
Heiko Plank addirittura, modifica lo strumento per farlo aderire alle proprie intenzioni: la Plank Guitar è, gioco forza, uno strumento del tutto unico e con una vocazione molto precisa. Il musicista muove entrambe le mani sulla tastiera per enfatizzare tutte le dinamiche proprie del tapping e per giungere alla possibilità di sdoppiare le linee melodiche. Otto corde, capotasti molto alti, uno strumento all’apparenza più compatto, una gestualità necessariamente peculiare e mirata alle nuove esigenze.
Nello stile di Claus Boesser-Ferrari si ritrovano le matrici del blues e la lezione dei grandi maestri dello strumento. Le evoluzioni portate nel suono e nell’approccio sono meno estreme, ma non per questo meno significative. La chitarra suona non solamente attraverso le corde, ma diventa percussione, voce: un pennello per disegnare atmosfere e melodie.
Due brevi set dedicati a ciascuno dei due musicisti e un momento condiviso sul palco per il finale. Entrambi i musicisti riescono a creare un mondo sonoro, allo stesso tempo, delicato e denso. La delicatezza viene, inevitabilmente, dalla dimensione del solo, dalla scelta di lavorare con combinazioni timbriche e dalla necessità conseguente di far apprezzare e tenere in equilibrio i suoni, dalla costruzione ampia e aperta dei temi. La densità, però, è la chiave per connotare in modo significativo le direzioni prese dalla musica: entrambi riescono a rendere intensi e ricchi di energia potenziale gli spazi più rarefatti, a far coesistere momenti differenti, a giocare con le dinamiche e con passaggi sempre fluidi. Sperimentazione e senso del blues, sguardo alle musiche contemporanee e alla forma-canzone diventano riferimenti e punti focali di un cammino attraverso la musica, compiuto insieme ad uno strumento – sia la chitarra acustica tradizionale che la Plank Guitar – che l’esecutore abbraccia e avvolge, uno strumento che risponde in modo diretto ad ogni sollecitazione, ad ogni movimento. In tutto questo l’approccio vitale e sempre efficace dell’improvvisazione porta sulla tela colori sempre nuovi e la possibilità di cogliere nelle frasi e nelle atmosfere create i riflessi di un discorso fatto prima dell’inizio del concerto, le esperienze appena vissute e condivise a bordo palco.
In conclusione, una breve parentesi sull’apertura del concerto che mi ha visto protagonista con la presentazione del mio libro La musica non è scontata, moderata da Andrea Di Nisio e Marco Santarelli. L’attenzione e il merito, in questo caso, vanno ancora una volta a Gionni Di Clemente che ha voluto portare sul palco un momento di riflessione sullo stato attuale della musica: è una pratica che andrebbe condotta in maniera più diffusa e capillare da tutti gli operatori. È un impegno che occorre considerare in maniera sempre più continua per offrire al pubblico anche gli aspetti meno poetici della costruzione del fatto musicale in modo da creare una consapevolezza maggiore dell’attualità, evitando lamentazioni sterili e portando all’attenzione degli spettatori alternative valide per percorsi di ascolto più particolari e per la presentazione di eventi dal vivo meno consueti.
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