Picanto Records – PIC007 – 2007
Umberto Fiorentino: archtop and acoustic guitars
Fabio Zeppetella: archtop, classical and baritone guitars
La chitarra jazz è l’assoluta protagonista di questo nuovo disco della Picanto Records, il settimo in ordine di produzione della giovane etichetta calabrese. Un progetto eseguito a quattro mani, le mani esperte di Umberto Fiorentino e Fabio Zeppetella, e che inoltre vuole essere un omaggio a Jim Hall, uno dei principali maestri jazz dello strumento a sei corde.
Temi Variazioni & Metamorfosi è il frutto maturo di una collaborazione intensa tra due musicisti di spessore, che da tempo sono annoverati tra i migliori chitarristi jazz italiani. Il titolo dell’album si riferisce al “gioco” di ricerca che sottende tutto il progetto: i temi, arrangiati ed eseguiti in duo da Fiorentino e Zeppetella, sono quattro classici standard (Things ain’t what they used to be, How deep is the ocean, Alone Together e Body and soul); successivamente, ogni tema diviene il punto di partenza per una sua “variazione”, cioè la ricerca di nuove idee sulla struttura cardine, e quindi una sua “metamorfosi”, sostanzialmente una nuova composizione ispirata al tema di origine.
Le dodici tracce del disco suonano morbide, merito soprattutto della pasta sonora delle chitarre: rigorosamente al naturale, cioè senza effetti o artifici elettronici, e dal timbro chiaro e corposo, diverso dal suono scuro delle chitarre che si è soliti ascoltare all’interno della sezione ritmica di un’orchestra jazz. Ciò dipende dalla particolarità della formazione, che consente una maggiore libertà d’espressione timbrica, ma anche dall’intenzione di Fiorentino e Zeppetella di voler omaggiare, con il proprio lavoro, la figura di Jim Hall: i musicisti ci ricordano quanto il maestro abbia amato (e ami ancora) la musica brasiliana e le sue atmosfere acustiche e malinconiche (esaltate soprattutto in How deep?).
L’intesa tra i due musicisti è notevole: un forte equilibrio pervade l’intero disco, e le due chitarre si completano senza mai ostacolarsi nello sviluppo creativo. I fraseggi solistici trovano l’accompagnamento e l’armonia ideale nel lavoro del compagno, e viceversa; in alcuni casi, la voglia di fondersi in un unico strumento spinge fino a contrappunti tra i due fraseggi melodici che richiamano forti sensazioni barocche (Ricercare a quattro). Gli arrangiamenti per due chitarre degli standards formano la personalità generale dell’album, da cui poi parte il gioco di ricerca; in tal senso, il coinvolgimento emotivo di Fiorentino e Zeppetella è forte, e sul finire crea momenti intensi e struggenti (Waltz for Jim e Maurizio).
Il disco scorre fluido, senza però diventare monotono; mantiene sempre la sua atmosfera calda, acustica, dove perfino il respiro del musicista è udibile e avvicina l’ascoltatore. Tuttavia, può tornare utile una piccola annotazione per il primo ascolto. Le prime tre tracce del cd presentano atmosfere un po’diverse rispetto al mood generale dell’album: Things ain’t what they used to be è fortemente intrisa di blues, e la rispettiva “variazione” come anche la sua “metamorfosi” (What you used to be e Almost blues) dispiegano melodie interessanti, ma armonicamente spigolose, che potrebbero quindi disorientare l’ascoltatore dall’atmosfera generale del disco. D’altronde il gioco alla base di questo progetto (creare una “variazione” ed una “metamorfosi” da uno standard) rende la playlist piuttosto rigida nelle sue sequenze e connessioni di ascolto. Al di là di questo breve appunto, l’album merita grande attenzione per il coinvolgimento e la sua voglia naturale di ricerca, e sottolinea quanto Fabio Zeppetella e Umberto Fiorentino siano un punto di riferimento per gli amanti del jazz a sei corde.