Q – Untitled 06

Q - Untitled 06

Music Center – BA 135 CD – 2007




Michele Benvenuti: trombone

Niccolò Faraci: contrabbasso

Francesco Pinetti: vibrafono

Ferdinando Faraò: batteria

Attila Faravelli: electronics

Giovanni Falzone: tromba






Si potrebbe dire che Richard Nixon, Frank Zappa e Alfred Hitchcock siano le tre figure di riferimento per Untitled 06, lavoro basato sulle composizioni di Niccolò Faraci e Michele Benvenuti e pubblicato sotto la sigla Q, collettiva quanto ermetica.


Uno dei passaggi cardine del lavoro è Theme for Richard Nixon: il brano è costruito sul discorso delle dimissioni di Nixon, dopo il Watergate. Ad introdurlo sono proprio le parole del presidente, prima da solo e poi accompagnato dall’incrocio, libero da schemi, di contrabbasso, percussioni ed elettronica. Lo sviluppo narrativo e sonoro successivo – la melodia del trombone esposta sulle linee del vibrafono e del contrabbasso, la dimensione sempre equilibrata e progressiva della musica – danno corpo a una visione sicuramente cinematografica, capace di suscitare la suspense e di prendere l’ascoltatore, che il lavoro dimostra nel sua complesso.


I nostri si muovono, infatti, in modo diretto ed esplicito verso il cinema. I suoni, il disegno delle atmosfere e dei diversi passaggi dei brani, gli inserti elettronici: sono molti gli elementi messi in gioco a dare un richiamo evidente all’immaginario cinematografico e alla scrittura delle colonne sonore. Succede nella prima traccia, Pushstart, così come nell’apertura di Totoro’s tiny love song; succede nelle due versioni di Up tempo, inserite in modo speculare come secondo e penultimo brano. Ma a dare l’impressione di un plot è proprio la sequenza generale del disco, compreso il passaggio apicale di Theme for Richard Nixon e la conclusione dilatata di Afroluce, con tanto di happy end tra percussioni e Caraibi – una sorta di appendice, posteriore al racconto della trama, con i personaggi invecchiati e, presumibilmente, fuggiti nei paesi caldi a trascorrere una vecchiaia tranquilla dopo le intricate avventure della vicenda.


Le sospensioni, inoltre, certi ritmi incalzanti, ossessivi in alcuni passaggi, lo scorrere, senza soluzione di continuità, dei brani portano nel disco gli elementi del thriller e il richiamo – immediato, a questo punto – ai film di Hitchcock.


Frank Zappa è il terzo nome che ho citato all’inizio come figura di riferimento per Untitled 06. Il richiamo alle mondo del chitarrista si può ritrovare nella struttura dei brani, nell’accostarsi dei suoni e delle ritmiche, nelle aperture tipiche dei passaggi del lavoro, nella visione aperta alle suggestioni dei diversi generi musicali, nella costruzione e nella gestione di un organico non proprio canonico. Elemento, quest’ultimo, enfatizzato dalla sottile e penetrante presenza degli inserti elettronici di Attila Faravelli, discreto quanto sempre attivo nel corso del disco: un lavoro che si unisce anche agli interventi con gli effetti di Benvenuti sul suono del trombone.


Nelle tracce del disco, il collettivo accoglie come ospite Giovanni Falzone e il trombettista aggiunge alla miscela la sua personalità, forte ed energica. Untitled 06 si anima di un particolare in più che esalta le possibilità espressive dell’ensemble: rimanendo nella metafora cinematografica, lo si potrebbe definire un cameo, importante sia ai fini generali della trama che per l’effetto istantaneo della comparsa in scena.


Il filo conduttore del disco può essere trovato nel rapporto tra le diverse sezioni del gruppo. Gli incroci tra trombone e vibrafono, il suono potente e rotondo della ritmica, il ruolo di sostegno e legame interpretato, a turno, da ciascun musicista, le possibilità espressive aggiunte dall’elettronica: gli elementi sonori e linguistici del collettivo, insieme, danno vita ad una storia in musica intrigante e ricca di motivazioni. Untitled 06 è un lavoro dove si mescolano sorprese, cinema, voglia di sperimentare impasti sonori: la formazione riesce a trarre un percorso senz’altro personale, attraverso richiami e le tante suggestioni.


Niccolò Faraci e Michele Benvenuti trovano, nelle loro composizioni, una sintesi efficace tra sperimentazioni, groove e tradizioni e Untitled 06, grazie all’intervento sempre puntuale di tutti i musicisti, è un lavoro avvincente, circolare, pieno di spunti, sfruttati, nella maggior parte dei casi, in maniera convincente e divertita.