Rosa Brunello y Los Fermentos – Upright Tales

Rosa Brunello y Los Fermentos - Upright Tales

CAM Jazz – CAMJ7901-2 – 2016



Rosa Brunello: contrabbasso

David Boato: tromba, flicorno

Filippo Vignato: trombone

Luca Colussi: batteria



Dan Kinzelman: sax tenore, clarinetto

Francesca Viaro: voce

Enzo Carniel: pianoforte






Seconda incisione a nome Rosa Brunello quale leader, Upright Tales si apre e chiude con due brani, Sonata for Cosimo e Ylos, che tornano a usare la fuga e il contrappunto con semplicità, grazia e sapienza: questi (forse) i vertici di un ottimo album nel quale accadono diverse altre cose, non tutte ugualmente riuscite.


Porre in apertura Sonata For Cosimo, quasi un “dirge”, è scelta coraggiosa quanto fortunata; brano mesto e pacato, di sottile lirismo e classica compostezza, che si dà tempo per far crescere dinamica e tensione. A due terzi del brano la fuga iniziale flicorno-trombone viene ripresa seppur variata, per la presenza del contrabbasso, e anziché condurre ad una chiusa, scontatamente simmetrica, la musica lentamente risale conducendo ad una sezione con una improvvisazione a due voci sviluppo della fuga medesima. Anche il finale Ylos, in una versione totalmente diversa da quella posta a metà disco, si apre con le voci che si inseguono, ora tre per l’aggiunta del sax tenore di Dan Kinzelman. L’intro è di coplandiana memoria (Billy The Kid) ma l’analogia pare del tutto superficiale e si ferma qui: diversa la scrittura, diversi i timbri e l’intenzione. Carniel e Francesca Viaro si muovono in punta di piedi.


Il quartetto Los Fermentos, è questo il cuore della musica, è una formazione equilibrata, con un suono d’insieme personale e una leadership sicura quanto leggera e partecipata. Rosa Brunello firma metà dei brani a ricordarci la maternità della musica qui contenuta; insieme al ruolo strutturante-orientante del contrabbasso e all’unità e omogeneità di intenzioni e visione musicale. In Boato e Colussi individuiamo due ottimi musicisti, certezze della scena jazz italiana; il loro contributo è sostanziale e indispensabile per la riuscita della musica. In Filippo Vignato e Rosa Brunello scorgiamo due più “giovani” talenti, di preparazione e intelligenza musicale rare. L’hadeniano seguente Vertiges è un altro brano, dolente ed epico, che si apre con una cadenza di Boato meravigliosamente lirica sopra il lieve supporto del gruppo: il contrabbasso come chitarra flamenco con Mingus e Haden in mente e sotto le dita, i mallett di Colussi e il grufolare di Vignato. Ripetutamente la musica pare fermarsi per lasciare spazio ad ampie perorazioni per il solo contrabbasso, così che tutto il brano pare un sentito omaggio al grande contrabbassista. Il sostegno di Colussi è qui apertissimo e magistrale.


Tutt’altra atmosfera e riferimenti sottende Dietro Tonolo, tema post-boppistico a firma Boato, messo lì per conferire varietà al disco, tema dimenticabile quanto palestra per buoni soli. Le cose vanno molto meglio nella ballad Quasimodo, ancora a firma Boato, dal meraviglioso tema lirico e sognante che fiorisce delicatamente. La prima versione di Ylos, sorretta da un vamp di basso di sei note, si apre su un bell’assolo di Vignato, uno dei quei musicisti che non sembrano conoscere il cattivo gusto, e solo a metà brano espone la cellula tematica in tutt’altra maniera a dimostrazione delle grandi abilità compositive di Boato e della supremazia del come sul cosa. Ottobre, a firma Vignato, si apre con il pianoforte di Carniel e un tema semplice esposto dai fiati e dallo scat di Francesca Viaro armonizzati. Poi la voce espone un secondo tema conducendo al solo, astratto e pensoso, di Kinzelman qui di Shorteriana memoria. È ancora Carniel ad aprire la ballad seguente pressochè interamente percorsa dal pianoforte. Ricco, vario e attentissimo il sostegno di Rosa Brunello. Il brano poi acquista velocità ed energia senza troppo convincimento. La mingusiana, fin dal titolo, Three Views Of A Dream ritrova il quartetto con Kinzelman ad arricchire gli impasti timbrico-armonici. L’iniziale ballad, tema degno del grande Mingus, accelera poi delicatamente e aumenta la tensione a partire dal contrabbasso, qui fulcro della musica; l’armonizzazione a tre voci del riff di tre note si libera e cresce in energia per un altro momento tra i migliori dell’intero album.


Gruppo e disco da ascoltare ripetutamente con rinnova curiosità e interesse alla scoperta delle raffinatezze compositivo-musicali di un quartetto eccellente. Il recente ascolto dal vivo del quartetto di base ha confermato la bontà della formazione e del progetto musicale di Rosa Brunello e permesso di apprezzare gli altissimi interplay, libertà e energia raggiunti.