Edition Records – EDN1078 – 2016
Laura Jurd: tromba, synth
Elliot Galvin: Fender Rhodes, organo Hammond
Conor Chaplin: basso elettrico
Corrie Dick: batteria
Dinosaur è una formazione composta da quattro giovani musicisti curiosi, versatili, interessati a mescolare linguaggi e sonorità per trovare soluzioni, in primo luogo, calzanti con le tensioni contemporaneità e capaci, poi, di tenere sempre presente le tradizioni, i mostri sacri e i riferimenti culturali già esistenti.
Sono molti i punti di partenza che si ritrovano alla radice di un disco compatto ed essenziale come Together, As One. La musica della fine degli anni sessanta e la prima declinazione del Davis elettrico, in primo luogo: la dimensione liquida dell’Hammond e del Fender Rhodes riesce a rispondere sia alla dimensione aperta, modale o ipnotica, di brani come Awakening o Extinct quanto alle situazioni più serrate e vicine a certo rock progressive o post-prog. Un percorso che arriva fino a recuperare, filtrate attraverso ascolti successivi e diversi, certe atmosfere “intergalattiche”, come in Robin dove, ad esempio, emerge in maniera limpida lo spirito britannico del quartetto. E poi, con gradazioni differenti a seconda dei momenti, il richiamo al folklore e all’eclettismo, uno sguardo alle atmosfere tracciate da gruppi come Radiohead o Porcupine Tree e, dall’altra parte, una forte attenzione alla stagione florida delle avanguardie britanniche e alle tendenze attuali del jazz europeo. Tutti elementi stratificati, vissuti in maniera ormai storicizzata da musicisti nati negli anni novanta, sintetizzati tra loro a un livello intimo, e perciò istantaneo e fresco, ancor prima che seguendo un ragionamento forzato, indotto dall’esterno.
Ed è proprio questo atteggiamento a dare sostanza al lavoro. I riferimenti si trasformano in una miscela compiuta, prendono senso nel dialogo innescato dal quartetto e nel racconto complessivo del disco, si sviluppano con le manipolazioni sonore e gli interventi sistematici sul materiale. Le basi offerte dalle tradizioni e dalle suggestioni del passato vengono messe sempre in discussione, rimaneggiate, portate a confronto con altri materiali. Il risultato lo troviamo nelle otto tracce, poco meno di quarantasette minuti, di Together, As One: la sintesi viene cercata con intenzione, facendo incontrare in maniera fluida scrittura e improvvisazione. L’interplay e l’attitudine diretta del gruppo fanno il resto: il gruppo cerca di eliminare ogni elemento superfluo e tiene sempre saldo il pallino della musica.
La scelta di chiudere il disco con Interlude può apparire strana: sospeso nelle sonorità e nel passo, interlocutorio e non risolutivo come evidenzia anche il titolo, il brano rappresenta un invito a rendere circolare l’ascolto del disco e reinterpretare i passaggi sulla scorta di quanto appena sentito.
Together, As One è condotto con calma, senza virtuosismi esibiti. Il continuo supporto che tutti e quattro offrono al risultato generale deriva dalla matura e pacata disposizione al dialogo e all’ascolto reciproco. Il quartetto è coeso, attento ai dettagli e impegnato a dare corpo ad un suono personale. Un lavoro denso e senza pause emotive, sempre coerente con l’attitudine dei quattro, con la voglia di sperimentare combinazioni sonore e con una visione moderna e decisamente propositiva.
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