Franco D’Andrea Piano Trio – Piano Trio Vol. II

Franco D'Andrea Piano Trio - Piano Trio Vol. II

Parco della Musica Records – MPR 077CD – 2016





Franco D’Andrea: pianoforte

Aldo Mella: contrabbasso

Zeno De Rossi: batteria





Quello di Franco D’Andrea è un jazz omnicomprensivo. Basta ascoltarlo per rendersi conto che ti sta scorrendo davanti la storia di questa musica intesa in termini di passato, presente e futuro. Le sue sono parabole temporali che farebbero persino arrossire Wells e la sua Time Machine. Moderno demiurgo, D’Andrea modella e trasforma la natura dei suoni secondo il suo più intimo sentire. Per lui «Nulla è estraneo, nulla è troppo remoto da mettere in pratica» (Don DeLillo). Ogni nota contiene un mondo, assomma significati, comprende una vita e assomma una porzione di anima di chi l’ha pensata e riprodotta.


D’Andrea è biologicamente astorico: la gran parte degli artisti della sua età, esaurita la creatività, riproducono quello che sono stati. Lui, invece suona un’idea di futuro, cerca di anticipare il presente. In Trio Music Vol. II c’è tutto questo e altro. Un compendio di due cd, brani originali, alcuni in comune con gli ottimi Aldo Mella e Zeno De Rossi, e una freschezza esecutiva che ti colpisce al primo giro di T.M.. Qui contrabbasso e batteria si scambiano battute serrate e fulminanti mentre fa capolino il raggiante e colorato pianismo di D’Andrea. Poi gira a sud e in Latin Sketch cattura gli astanti con esotiche evoluzioni timbriche e armoniche. La musica scorre via, brano dopo brano, come un fiume in piena. Egli abbatte il concetto di tempo, di durata, per sostituirlo con quello di esperienza vissuta.


In questo inedito triangolo il pianoforte diviene il player: quello che crea allo stesso tempo il plot e i suoi derivati. È il fulcro della scena ma vuole attorno soggetti originali. Inventa suoni, esplora frontiere e chiede a basso e batteria di stressare quei confini con inediti effetti acustici e ritmiche innovative. È uno sfida contro se stessi, un muovere pedine per cambiare la natura e sostanza dei suoni. Scrivere nuovi pentagrammi per sconfiggere la tirannica angoscia del foglio bianco. Five stars!



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