JAZU: Jazz from Japan. Recensioni. Akane Matsumoto, Memories of You

JAZU: Jazz from Japan. Recensioni. Akane Matsumoto, Memories of You

CR – 03 – 2015




Akane Matsumoto: pianoforte

Peter Washington: contrabbasso

Gene Jackson: batteria






Quando si intraprende un qualsivoglia percorso musicale è determinante saper individuare e approfondire un ambito o uno stile in cui le qualità dell’esecutore vengano esaltate al meglio. La pianista Akane Matsumoto sembra aver trovato entrambi nella sua spiccata tendenza ad imprimere una sferzata di swing al suo approccio strumentale.


Influenzata principalmente da pianisti come Oscar Peterson e Phineas Newborn, la pianista giapponese ha sviluppato una predisposizione naturale e un amore sincero per gli stili jazzistici be bop e hard bop attorno ai quali ha costruito la sua formazione musicale.


Per comprendere meglio l’attitudine allo swing della Matsumoto, è emblematico un episodio citato nelle note di copertina del suo ultimo album dal critico Hoshino Toshihiko: «Molti anni fa assistetti ad un concerto nel quale la Matsumoto, nella veste di sideman, si cimentava nell’esecuzione di composizioni originali del leader e cover di jazz modale […]. Fu solo quando venne il turno di un brano funky più sostenuto che la Matsumoto cambiò improvvisamente atteggiamento. Come un pesce a cui avessero ridato l’acqua, tirò fuori un assolo pieno di swing, che si guadagnò un caloroso applauso da parte del pubblico.»


All’attivo del suo apprendistato spiccano una borsa di studio alla Berklee College of Music, diversi riconoscimenti conseguiti nei migliori contest per giovani talenti, fino ad importanti collaborazioni con alcuni dei migliori jazzisti giapponesi. Non si farà attendere il brillante disco d’esordio, Fallin’ in Love with Phineas (2008), tributo al succitato Phineas Newborn, a cui seguirà il suo primo disco dal respiro internazionale registrato nella grande mela, Playing New York (2010), trampolino di lancio di una rinnovata attività concertistica.


Con questo album la Matsumoto torna ora all’esperienza della registrazione in terra americana affiancandosi a due dei maggior sessionman statunitensi, autentici propulsori ritmici di questo piano trio, confermando un approccio musicale rivolto in larga parte a quegli stili del passato che hanno reso grande il jazz. E non poteva esserci inizio migliore se non con una dinamica rivisitazione di Memories of You, brano dell’indimenticabile pianista Eubie Blake, a sottolineare tutta la conoscenza e l’amore che la Matsumoto nutre per la storia di questa musica.


La successiva Laurentide Waltz, bellissima composizione tratta dalla suite canadese di Oscar Peterson, dopo una intro in cui la Matsumoto dà ottima prova di controllo delle dinamiche pianistiche, ci offre una limpida dimostrazione del suo morbido e romantico fraseggio.


Con garbo e cortesia tipicamente nipponici, la Matsumoto lascia un doveroso spazio d’azione al partner Peter Washington in Gentle Art of Love, che in questo rifacimento di un vecchio brano di Oscar Pettiford, tira fuori un suono poderoso mentre ne espone il tema o si lancia in un assolo pregno di ispirazione e vigore che riassume tutta la sua competenza strumentale.


La Matsumoto, seppur provvista di ottime qualità tecniche, dimostra una saggia dispensa dei suoi mezzi e sa attendere il momento giusto per esibirli durante le sue performance: prova di grande intelligenza ed equilibrio. Brani come Moon River o la stessa title track, invece, denotano le buone capacità da arrangiatrice della Matsumoto che dimostra di sapere riscrivere i classici dotandoli di freschezza e brio sfruttando sempre al meglio il contesto esecutivo e le qualità dei suoi partner musicali.


L’energico originale JJ, come la stessa pianista afferma nelle note di copertina, nasce da quella voglia di dimostrare che il jazz non debba essere sempre considerato una musica snob o intellettualoide, ma quanto, nella sua dimensione più originaria e pura, sia capace di portare spontanea allegria e gioia di vivere, un obiettivo raggiunto dal trio grazie alla dinamica e irresistibile esecuzione di questo brano di stampo be bop, tra i migliori dell’album.


Quanto il blues possa celarsi anche nelle situazioni più inaspettate, la Matsumoto ce lo ricorda nel rifacimento di Danny Boy, brano della tradizione folklorica irlandese elevato ormai da anni a standard da jazzisti come Art Tatum o Bill Evans, attraverso profonda sensibilità e un gusto espressivo intento a muoversi tra le pause e i respiri che la Matsumoto ha disseminato lungo questo suo arrangiamento.


Dopo una prima parte esclusivamente referenziale nella quale vengono omaggiati alcuni dei grandi nomi del passato e la loro eredità artistica, la Matsumoto si ritaglia uno spazio più intimo e personale con Goodbye Mr. Miller, un brano scritto sull’onda emotiva della scomparsa del pianista Mulgrew Miller, avvenuta nel 2013, un altro dei riferimenti pianistici della Matsumoto, per concludere infine con la sua Hometown. Qui la Matsumoto riesce a tradurre in musica quella nostalgia che i giapponesi spesso provano per il proprio furusato, la terra d’origine, in una struggente ballad dalla quale trasuda tutto l’amore per Tottori, la città nella quale la pianista è nata e cresciuta. Questo sentimento, così frequente in un Giappone spesso Tokyo-centrico che porta in tanti a spostarsi nella immensa capitale nipponica, (per motivi di lavoro, studio o altro) affiora in chiusura dell’album evocando lo stesso sapore dolce amaro di chi, come racconta la pianista nelle note di copertina: «[…] torna nel posto in cui è nato per scoprire che alcune persone che pensavi di trovare non ci sono più ed altre hanno preso il loro posto. […] Anche se oggi vivo in un posto lontano, il mio cuore è sempre nel mio paese natale. Vorrei che questa mia composizione possa diventare per tutti gli ascoltatori il proprio luogo del cuore al quale tornare.»


L’impressione che resta al termine dell’ascolto è quello di una concreta testimonianza sonora di una musicista in crescita, quasi un diario di viaggio, provvista di quell’approccio vitale e profondo amore con cui la Matsumoto vive il jazz, un sentimento dal quale l’ascoltatore non può esimersi dall’essere contagiato.



Link di riferimento:

sito ufficiale di Akane Matsumoto: www.akanejazz.com

Digest di Memories of you : https://www.youtube.com/watch?v=g9eNuWnekmg