Paul McCandless/John Taylor/Pierluigi Balducci/Michele Rabbia – Evansiana

Paul McCandless/John Taylor/Pierluigi Balducci/Michele Rabbia - Evansiana

Dodicilune Dischi – ED 365 – 2017




Paul McCandless: sax soprano, oboe, clarinetto basso

John Taylor: pianoforte

Pierluigi Balducci: basso elettrico

Michele Rabbia: batteria, percussioni








Pierluigi Balducci aveva “convocato” Paul McCandless, John Taylor e Michele Rabbia per il suo precedente lavoro, Blue From Heaven. Sulla scorta di quell’esperienza, i quattro musicisti si sono ritrovati in studio nell’autunno del 2014 per affrontare il mondo di Bill Evans e dare vita a un disco a firma collettiva dove convergono le diverse personalità musicali dei protagonisti in maniera sobria ed elegante.


Sette temi composti dal pianista statunitense ai quali si aggiungono Some other time di Leonard Bernstein, Sweet Dulcinea Blue di Kenny Wheeler e Blue in green di Miles Davis. Evansiana è un disco dal lirismo virile e solido, capace di unire reminiscenze classiche e profonda conoscenza del jazz, capace, soprattutto, di stabilire un legame tra la lezione di Bill Evans e l’interpretazione dei brani portata dai quattro musicisti. Se la firma di Evans è immediatamente riconoscibile e i temi vengono ripresi e sviscerati con rispetto, si avverte la necessità di affiancare un contributo specifico e personale. Questo avviene, tanto negli arrangiamenti quanto nelle improvvisazioni e nell’esposizione dei temi, con grande semplicità e naturalezza. È altresì vero che molti brani presenti nel disco sono in qualche modo entrati a far parte del novero degli standard e costituiscono parte integrante della grande letteratura del jazz, quella con cui ogni musicista fa i conti, nel corso della sua carriera. Le interpretazioni data da McCandless, Taylor, Balducci e Rabbia lasciano sentire quanto abbiano interiorizzato e fatto propri brani come Very early, Blue in green, Some other time, Time remembered, Children play song oppure Re_ Person I knew: è un lavoro avvenuto con il tempo e che manifesta i suoi frutti in questa incisione. E diventano il terreno ideale per dare spazio ad una lettura in grado di esaltare le peculiarità dei singoli e di innescare un discorso corale, animato da un felice interplay. Il fraseggio lucido e sempre sostanzioso di Paul McCandless, autore di alcuni assolo davvero toccanti e incisivi nel disco; l’abilità di John Taylor di far lavorare il pianoforte in maniera sempre creativa e gentile; la voce e la dimensione melodica del basso elettrico e la sua abilità nel costruire il tessuto connettivo della formazione; l’apporto sempre poetico di Michele Rabbia, le intuizioni, la classe cristallina e la maniera non convenzionale di intendere il supporto ritmico.


Il ruolo del pianista in un lavoro dedicato a Bill Evans è, gioco forza, sempre il più delicato. In questo caso, la scomparsa di John Taylor, avvenuta nell’estate del 2015, e certe sue vicinanze stilistiche con Bill Evans portano ancora più attenzione alle linee, all’accompagnamento e alle atmosfere proposte dal pianista inglese. Ritroviamo in Evansiana il sapore che ha caratterizzato la maggior parte delle incisioni di John Taylor e delle sue esibizioni dal vivo: la firma di un musicista sempre attento nel dare sostanza e sostegno alle aperture liriche, sempre abile nel dare uno sviluppo e coerenza alle sue frasi.


Come scrive Balducci nella presentazione del disco, «Evansiana (…) racconta la storia di quattro musicisti che forse non vedevano l’ora di poter suonare Bill Evans»: traccia dopo traccia, la voglia e il trasporto diventano la spinta per tutta la parte più razionale, per lo studio e l’applicazione necessari a dare consistenza al lavoro, diventano il quid che anima il dialogo con un Maestro fondamentale per la storia del jazz e per le singole vicende musicali di McCandless, Taylor, Balducci e Rabbia.



Segui Fabio Ciminiera su Twitter: @fabiociminiera