Elif Çaglar – Misfit

Elif Çaglar - Misfit

nu-dc records – nuDC 0003 – 2015



Elif Çaglar: voce

Aaron Parks: pianoforte

Harish Raghavan: contrabbasso

Eric Harland: batteria

Ilhan Ersahin: sassofono

con

Imer Demirer: tromba in Grown Up

Cenk Erdogan: e-bow, chitarra fretless in The Books






All’insegna di un esuberante senso dell’entertainment e fondato su un apparato di tendenza swingante ed esteriore, il primo album della giovane cantante turca (prescindendo da correlati di immagine e distribuzione) non possedeva magari requisiti da garantirne l’apprezzamento trasversale presso l’eterogeneo pubblico jazz, ma dopo il fresco M-u-s-i-c (del 2010), Elif Çaglar può riproporsi con ulteriore consolidamento di profilo personale, in buona parte per un meglio dispensato equilibrio di soluzioni formali, ma non certo trascurando l’avveduta selezione strumentale che include una prestigiosa coppia d’assi del jazz USA, felicemente ingranati ai corposi sidemen dell’area di provenienza della titolare.


Album che prende corpo in via sempre più consistente durante l’ascolto, Misfit vi si impone per la maturità delle soluzioni, per una certa completezza stilistica e la convincente personalità di performer della vocalist, senza apparenti segni di soggezione nel proporsi in questo caso con accresciuta idoneità ad una platea trasversale e transcontinentale.


Accurato evidentemente l’investimento produttivo, abile nell’esaltare il talento degli strumentisti, tra cui spicca la pulsazione rocciosa a corde basse di Harish Raghavan e l’infaticabile apporto percussivo di Eric Harland, e ben nitidamente la prestazione di Aaron Parks, la cui sottile ispirazione e le cui “magiche” attitudini non tardano a palesarsi nella conformazione di brani quali la pulsante, iniziale You are safe o la febbrile Before, da pianista avvezzo a magnificare il cantato femminile, e come lo si è apprezzato in una breve partnership con la coreana Yeahwon Shin lo si conosce assai più quale sponda pianistica di lunga frequentazione nel mondo di Gretchen Parlato (riferimento non remoto né poco proponibile rispetto all’arte di Çaglar, artista maturata entro un panorama di influenze d’ampio raggio ispirativo), e a tal proposito si potrà rilevare come non poche siano le somiglianze di caratura interpretativa e approccio tecnico da parte della titolare, evidentemente a proprio agio con stilemi d’interpretazione calda e di graduale elaborazione melodica, piuttosto credibile nella raccolta atmosfera da club e verosimilmente già pronta ad un’ulteriore estensione repertoriale.


Aperto ampiamente il credito dunque sull’operato della talentuosa solista, della quale segnaliamo il nuovo e riuscito lavoro (peraltro nell’imminenza di un suo breve tour su alcuni nostri palcoscenici), cui auguriamo adeguata e ancor maggior rappresentazione, non soltanto mediatica, a premiare una personalità cui la non stagionata anagrafe non osta credibilità sopra lo standard.