Hub Quartet – Archivo General de Indias

Hub Quartet - Archivo General de Indias

Skidoo Records – 2017





Rocco Zaccagnino: fisarmonica, accordina

Gianluigi Pennino: contrabbasso

Bruno Tescione: chitarra

Giuseppe D’Alessandro: batteria, percussioni

Marialuisa Amorelli: voce in Carinhoso e Lamento Sertanejo








Hub Quartet è un gruppo campano che opera da alcuni anni. Questo primo disco, il cui bellissimo titolo cita l’istituzione culturale sivigliana che gestisce i documenti originali e le memorie della dominazione spagnola nei territori d’Oltreoceano, è dedicato quasi interamente a un a due grandi compositori sudamericani, Hermeto Pascoal e Astor Piazzolla. Due punti di riferimento comuni per quattro strumentisti che provengono da aree ed esperienze fra loro molto diverse. Rocco Zaccagnino opera nell’ambito della musica folkloristica e si è fatto un nome come virtuoso dell’organetto. Bruno Tescione e Giuseppe D’Alessandro sono due jazzisti in senso stretto, anche se il batterista è affascinato dal suono dell’oud, strumento che pratica con profitto da alcuni anni. Gianluigi Pennino è invece un contrabbassista di solida formazione classica.


Per questa prima avventura discografica il gruppo ha, come detto, scelto, come terreno comune, due nomi “trasversali” ai generi e agli stili musicali della nostra epoca: due campioni di quella musica transoceanica (secondo la felice definizione di Gianluca Cerchiari) che ha caratterizzato la sensibilità e l’immaginario collettivo del ventesimo secolo. Oltre ai due giganti citati appaiono anche brani di Gilberto Gil, Javier Girotto, Pixinguinha, Charlie Haden (Our Spanish love song). Ci sono anche due originals, Hudun e Little Hands firmati rispettivamente da D’Alessandro e da Tescione. In Carinhoso e Lamento Sertanejo si sente anche la voce, ricca di saudade, di Marialuisa Amorelli.


Chi volesse cercare riletture innovative o interpretazioni eterodosse dei vari brani resterebbe deluso. Archivo General de Indias è un disco in cui la musica dei grandi compositori utilizzata viene riletta con appassionata fedeltà, con totale adesione al messaggio poetico che essa contiene. Addirittura gli Hub si sono posti il problema se fosse corretto utilizzare la batteria in brani come Escualo, dal momento che raramente la scrittura piazzolliana prevede l’utilizzo di questo strumento. Per fortuna, ha prevalso la linea del “tradimento” e l’ascoltatore può gustare il morbido tono jazzistico, niente affatto fuori luogo, impresso al brano da D’Alessandro.


Il risultato finale è piacevole, la musica che i quattro propongono al pubblico è intrisa di una leggerezza ed una grazia che ricordano quelle con cui Richard Galliano ha affrontato questo stesso materiale musicale.


Il giudizio complessivo sul disco non può che essere favorevole. C’è da augurarsi, per il futuro, che questi bravi musicisti allarghino il loro repertorio, magari prendendo qualche rischio in più. Il talento per farlo non sembra mancare.