ECM Records – ECM 2515 – 2016
Wolfgang Muthspiel: chitarra
Ambrose Akinmusire: tromba
Brad Mehldau: pianoforte
Larry Grenadier: contrabbasso
Brian Blade: batteria
Autore e solista che ha preso i suoi tempi nel disegnarsi un identikit chitarristico ed autoriale, l’austriaco Wolfgang Muthspiel vanta una discografia solida ed una rappresentazione concertistica di buon profilo, e tra le proprie esperienze segnava un punto d’interesse nell’ideare un nuovo super-trio chitarristico arruolante il giovane kazako-neozelandese Slava Grigoryan e la stagionata gloria del notissimo Ralph Towner: dell’incisione From a Dream (Material Records, 2008 – di cui ECM ha recentemente proposto un sequel) ricordiamo però la pervasiva impronta towneriana, non soltanto per la prevalenza compositiva quanto piuttosto per il dominante clima interpretativo, di fatto posto in eclisse dalla forte personalità del grande oregoniano.
Abbiamo atteso il successivo Driftwood per un ulteriore consolidamento di profilo presso la label bavarese, nel quale si corredava di una corposa sezione ritmica, intessuta dalle energie di Larry Grenadier (ex Metheny trio, adesso nel trio Mehldau) e del fuoriclasse Brian Blade, esitando in una convincente prova che nella line-up funge da piattaforma per un nuovo cimento, di ben maggiore ambizione progettuale stante l’elevatissimo profilo delle due ulteriori voci solistiche, tra le più blasonate figure del jazz odierno.
Apparentemente mantenuti certi imprinting almeno in apertura: le quiete correnti e la natura dichiaratamente mainstream già dall’iniziale, eponima Rising Grace non lasciano inavvertito come il quintetto tributi manifestamente, e ancora una volta, il mondo di Towner e di un suo grandissimo partner, quel Kenny Wheeler ripreso da Akinmusire nelle sue cifre d’emissione rotonda e di limpida cantabilità.
Lavoro che trova il proprio nucleo melodico nel caldo lirismo di passaggi quali Father and Sun o Triad Song, oltre alla fragile ed effimera track iniziale, l’album non si sottrae a gittate elettroacustiche (Ending Music, Triad Song), così come a sottigliezze old-fashioned (Den Wheeler den Kenny) richiamando l’ensemble entro momenti d’astrattezza in jazz, non propriamente di natura free, ma viventi di quelle libertà fuori schema di cui è ormai costellata la filiera discografica della label (Intensive Care).
Pervaso di spirito apollineo, segnato da interplay virtuoso, Rising Grace è esperienza compiuta nel senso dell’incontro, ed in effetti risuona, più che la risultante della regia del titolare, dalla convergenza degli individuali talenti ed ispirazioni del collettivo: percorsa da fluenze di calore fusion, avvicendata da linee ben più spezzate tipiche del drumming estroso (ma non individualista) di Blade o del solismo di Mehldau ( che omaggia il titolare nella dedicataria Wolfgang’s Waltz, d’inquieto clima danzante), l’incisione è dominata da squisito (ma pressoché mai periglioso) equilibrio armonico, irradiante concreta bellezza, a segnare le mire creative della “grazia sorgente” del quintetto.
Conferendo ulteriore definizione alla statura personale dell’Austriaco, questo prodotto di polifonia sapiente acquisisce speciale attrattiva peraltro nella bella edizione in doppio vinile, cui ECM ha ultimamente deciso di riconvertirsi – non fosse che ci sentiamo, dopo un così lungo gap, ben fuori tempo massimo per ricreare un modo di fruizione dell’ascolto ed un certo modus existendi – ma volgiamo già verso un’altra epoca e questa è – fuor di dubbio – tutta un’altra storia…
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