Crocevia di Suoni – 2017
Felice Clemente: sax tenore, sax soprano
Fabio Nuzzolese: pianoforte
Giulio Corini: contrabbasso
Massimo Manzi: batteria
C’è voluto un disco, un dvd e un libretto, racchiusi in cofanetto, per celebrare e ringraziare il nonno e lo zio Mino Reitano per aver “introdotto” Felice Clemente alla musica. Aver fatto crescere in lui la passione e in seguito l’avventurarsi, attraverso dodici dischi e tante collaborazioni, nel mondo del jazz. In questo progetto gli sono vicini Fabio Nuzzolese al pianoforte, Giulio Corini al contrabbasso e Massimo Manzi alla batteria. Clemente ha tradotto in chiave jazz brani diventati famosi e che hanno contraddistinto la carriera di Mino Reitano. Il gesto compiuto dal sassofonista non è stato dei più facili perché la trappola manierista è sempre dietro l’angolo e il rischio di produrre un qualcosa di indecifrabile dal punto di vista jazz poteva essere scontata. Ma il sassofonista, grazie anche alla sua maestria e quella dei partner, è riuscito a costruire un disco piacevole, ben suonato, melodico e cantabile. Già dal primo brano, L’uomo e la valigia, “cantato” con il tenore e ammorbidito dalle note calde e puntuali di Nuzzolese, Clemente lascia intendere che il suo atteggiamento sarà simile a quello di un cantante… Meglio ancora quando si lascia andare ad una narrazione più intimista snocciolandola attraverso le note di soprano. Le parti ritmiche e armoniche sono in perfetto equilibrio, così come lo è l’interplay tra loro quattro. È palese la condivisione degli arrangiamenti che Clemente e Nuzzolese hanno costruito rivivendo nell’intimo le canzoni di Reitano e il vissuto che c’è dietro a quelle composizioni (La mia canzone). Anche l’improvvisazione (Era il tempo delle more), segue un equilibrio non scritto che tiene conto dell’eredità spirituale che intercorre tra nipote e zio. Fondamentale è stata anche la scelta di Nuzzolese, pianista dalle spalle larghe che ha lavorato sia nel pop che nella classica e nel jazz (Solo). Capace di intermediare e indovinare i suoni e le atmosfere giuste da riservare alle singole composizione e fare da sponda alle variegate ellissi “canore” dei sassofoni (Ma ti sei mai chiesto perché). Un plauso va anche alla sezione ritmica che è riuscita a dare il giusto trattamento ed equilibrio a brani che non nascono jazz ma che attraverso una lettura mainstream, per nulla di maniera, lo sono diventati. Con Eduardo, Clemente conferma la sua maestria al soprano, strumento attraverso il quale riesce ad esprimere con profondità il suo innato senso del blues. L’omaggio si chiude con una composizione originale di Clemente/Nuzzolese intitolata Mino Legacy. Un lungo assolo di soprano fa da prologo alle melodiose note collettive che, come un arrivederci, portano a conclusione un “Felice” progetto del sassofonista milanese.
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