Raffaela Siniscalchi 4et – Waitin’ 4 Waits

Raffaela Siniscalchi 4et -  Waitin' 4 Waits

RaRa Records – PHM160301RS – 2016





Raffaela Siniscalchi: voce

Giovanna Famulari: violoncello

Massimo Antonietti: chitarra

Andrea Colella: contrabbasso

ospiti
:
Gabriele Mirabassi: clarinetto

Gabriele Coen: sax soprano

Antonello Salis: fisarmonica

Massimo Pirone: trombone

Michele Rabbia: batteria

Alessandro Gwis: pianoforte

Marco Loddo: contrabbasso

Domenico Capezzuto: pianoforte

Adriano Coen: risate

Bamboo: urban percussions








Il mondo di Tom Waits rivisto in una dimensione articolata, ricca di suoni e ospiti e generosa nei quasi ottanta minuti del disco. Raffaela Siniscalchi rilegge le canzoni del grande cantautore statunitense secondo una formula molto particolare. Innanzitutto sceglie un trio d’archi per accompagnare la sua voce energica e speziata: dopo di che aggiunge le “voci” e le inflessioni stilistiche di uno spettro ampio e variegato di ospiti per valorizzare ancora di più l’approccio melodico e per superare ogni confine di genere. Se è difficile inquadrare le canzoni di Waits in una definizione stringente ed esclusiva, il lavoro fatto da Siniscalchi enfatizza e sfrutta così le aperture lasciate dall’autore: melodie, idee, ritmi e suggestioni già presenti nell’originale diventano il punto di partenza per una interpretazione che sfrutta la dimensione recitativa e la forza dell’improvvisazione.


Waitin’ 4 Waits è un disco vario, grazie al sapiente mosaico di brani provenienti dalle diverse stagioni del cantautore e al mosaico di suoni voluto da Siniscalchi e realizzato con il quartetto e con gli ospiti. L’impasto timbrico di voce e violoncello è la chiave per evocare – senza tentare impossibili imitazioni – la maschera vocale di Waits. Linee cantabili e dissonanze frastornanti si legano con estrema naturalezza nei dischi dell’artista statunitense: Siniscalchi gioca principalmente sull’aspetto melodico e sull’accostamento delle varie “voci” in modo da creare, se non una polifonia, quantomeno una visione plurale, dove trovano posto le percussioni urbane di Bamboo e l’incontro classico tra voce e pianoforte.


Ma, soprattutto, l’intenzione principale è entrare a contatto con la radice emotiva di ciascuna canzone: come confessa la cantante nelle note che accompagnano il disco, si è infilata dentro i brani puntando ad una identificazione più stretta possibile con i testi – tanto da leggere alcune traduzioni dei versi, prima di eseguire i brani – e con le atmosfere. Ed è nell’immedesimazione che trovano senso e concretezza le varie riletture, le scelte sonore e gli arrangiamenti proposti: Siniscalchi supera le difficoltà normalmente insite nei tributi grazie alla passione e alla convinzione con cui interpreta i brani e alla naturalezza con cui dispone gli elementi nelle sedici tracce.




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