6 Flow Variations

Foto: Manifesto della Rassegna






6 Flow Variations

Step 09, Milano, 9.10.2009


In occasione dell’inaugurazione della fiera d’arte STEP09, tenutasi nel secondo week-end di Ottobre nell’area espositiva di via Mecenate a Milano, è stato presentato anche l’ultimo lavoro dell’artista Antonio di Mino, che vede protagonista (in un certo senso) il violoncellista Giovanni Sollima, certo non nuovo né a lavori di avanguardia e ricerca serrata, né a collaborazioni con artisti di ambito extramusicale. In questo caso si è trattato di una videoinstallazione composta da due video proiettati su due teli poco distanti l’uni dall’altro: sullo schermo di sinistra scorrevano immagini che ritraevano lo stesso Sollima, accoppiate a un video di marcata intenzione sperimentale sullo schermo di destra. Particolare attenzione è stata posta alla riproduzione del suono, posizionando, tra i due teli, un cono metallico che conteneva gli amplificatori tenuti sospesi (la realizzazione dell’installazione è stata curata da Maria Chiara Valacchi).


Tralasciamo naturalmente la parte visiva dell’installazione, più propriamente concettuale e direttamente realizzata da di Mino, sulla quale non possiamo pronunciarci. Per quanto riguarda invece la performance di Sollima, il suo centro risiedeva nell’esecuzione di una quindicina di minuti di musica stando quasi completamente immerso nell’acqua con il violoncello: naturalmente è molto difficile definire gli esiti, se di esiti si può parlare, di un’operazione del genere. Sia detto solo per inciso: l’operazione di Sollima non è indirizzata a una facile forma di provocazione o ad una gratuita ricerca di situazioni estreme. Nel caso del violoncellista in questione infatti si è da anni concretizzato un legame a doppio senso tra la musica e la natura (basti pensare al titolo dell’ultimo disco pubblicato, “We were trees”), probabilmente senza dimenticare, su questo tema, la fondamentale lezione di John Cage, e dell’intimo legame sussistente tra musica, natura, e, si potrebbe dire nel ruolo di terzo elemento mediatore, il silenzio.


In definitiva, agli organizzatori di STEP09 va tutto il plauso di aver portato all’attenzione degli appassionati un progetto particolare e di complessa fruizione, che difficilmente avrebbe potuto trovare ulteriori spazi per essere avvicinato dal pubblico.