Manuel Magrini – Unexpected

Manuel Magrini - Unexpected

Encore Jazz – BD 1705 – 2016





Manuel Magrini: pianoforte







Tredici tracce per l’esordio in piano solo di Manuel Magrini, tredici stanze sonore dove il giovane pianista affianca temi celebri e celebrati ad improvvisazioni in studio e brani originali in una struttura simmetrica. Il disco si apre infatti con In walked bud di Monk e Dolcenera di De André, prosegue con due composizioni del pianista – Abbraccia il giorno e Al di là dei sogni – e arriva alla serie di improvvisazioni che ne costituiscono il centro, cinque tracce aperte da una rivisitazione di Donna Lee e rivolte, poi, ad esplorare i “colori” e le atmosfere evocate dalle costruzioni sonore del pianista. La conclusione di Unexpected è affidata a due tracce originali – A little lullaby e Waltzin’ – seguite, questa volta, nel disegno speculare, da Gloria’s Step di Scott La Faro e A child is born di Thad Jones.


Il piano solo è un format esigente. Magrini trova una soluzione multiforme per poter affrontare il compito: come per la scelta delle composizioni e del materiale, le situazioni sonore ci mettono davanti ad una varietà di proposte che vanno dalla riflessione intima alla costruzione articolata, dall’improvvisazione – libera ma sempre rispettosa dei riferimenti linguistici – alla rilettura più aderente agli originali. Magrini, soprattutto, tiene sempre presenti i margini entro cui sviluppare i temi: il pianista riesce a gestire il materiale con cura e cerca con attenzione di non andare oltre i limiti strutturali delle singole architetture. Se la lunghezza complessiva del disco – quasi sessantatre minuti – può innescare il rischio della ridondanza, la scelta di tracce singole e separate tra loro consente al pianista di mettere una “punteggiatura” nel filo narrativo del disco, utile per poter disporre tutti gli elementi.


Magrini si muove tra l’omaggio ai maestri e l’intenzione di mettere a fuoco uno stile personale. L’andamento dei brani individua i riferimenti in Bill Evans e, in generale, nei pianisti che hanno preferito l’approccio melodico e la chiarezza dell’esposizione al virtuosismo tecnico; la solidità di alcune scelte rimanda al ringraziamento a Ramberto Ciammarughi come “padre musicale”. Il senso del titolo è da leggere insieme all’immagine scelta per la copertina: nella musica presente in Unexpected non vanno cercate “cose mai viste” ma un approccio simile a quello della figura nascosta sull’albero, ma resa ben evidente dalle sue scarpette rosse, che facilita il volo dell’aquilone colorato del bambino. Se oggi, dopo oltre un secolo di incisioni, è difficile aspettarsi da un disco la “sorpresa” o la novità assoluta, l’obiettivo – arduo anch’esso – di raccontare la propria vicenda attraverso la musica può offrire prospettive e colori meno previsti e, comunque, personali: nel suo disco di esordio, Magrini lascia scorgere alcune potenzialità per avventurarsi in questa direzione.



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