Foto: Fabio Ciminiera
Brazilian Night @ Umbria Jazzz
Perugia, Arena Santa Giuliana – 16.7.2017
Il Brasile – con la sua musica e i suoi ritmi – è stato il protagonista dell’evento conclusivo dell’edizione 2017 di Umbria Jazz. Un evento trasversale e variegato, capace di realizzare una sorta di enciclopedia della musica brasiliana attraverso interpretazioni e suggestioni differenti, accenti provenienti dall’Italia e da Capo Verde oltre che, naturalmente, dalla grande nazionale sudamericana. Uno spettacolo di oltre tre ore dove si sono alternati choro e samba, bossanova e musica popular brasiliana, la sperimentazione e la dimensione ancestrale di Egberto Gismonti, il virtuosismo eclettico e il senso melodico di Hamilton de Holanda e Stefano Bollani.
Immaginato come un vero e proprio percorso emotivo, la Brazilian Night ha preso le mosse dagli incontri in duo e trio e dalle esibizioni in solo dei vari protagonisti. Stefano Bollani è stato il padrone di casa: ha introdotto la serata e, dopo aver eseguito un paio di brani in piano solo, ha chiamato sul palco Hamilton de Holanda per una versione in duo de Il Barbone di Siviglia, unico brano non brasiliano della serata. Il mandolinista è stato il vero centro focale della trama sviluppata dal concerto: il suo trio, i suoi incontri con il pianista italiano e con Egberto Gismonti e, per finire, l’esplosione di gioia, musica e danze scatenato dal Baile do Almeidinha sono state le tappe salienti del viaggio in cui i musicisti hanno invitato, condotto e, infine, coinvolto gli spettatori.
Poesia, intensità, aderenza alle tradizioni brasiliane, virtuosismo e forza espressiva: elementi declinati in maniera differente a seconda dei casi, da Gismonti, Bollani e de Holanda, ma sempre portati alle possibilità più alte sia nei momenti in solo che negli incontri in duo e trio. Approccio lirico e riflessivo o pulsione ritmica serrata: le capacità tecniche messe al servizio della melodia e del racconto da condividere attraverso la musica. L’alternanza dei momenti e delle suggestioni ha portato sul palco il senso dell’improvvisazione, la possibilità di cogliere il momento attraverso dialoghi serrati e venature malinconiche. E le diverse caratteristiche dei tre protagonisti della prima parte del concerto si sono combinate grazie alla disposizione continua a dare respiro ai brani, ad accompagnare i compagni di palco, a pensare la musica come fatto collettivo e non come mera esibizione muscolare e narcisistica.
Il Baile di Almendinha ha portato il concerto nel territorio musicale della gafieira, una musica che prende le mosse dalla samba e dallo choro ma che ingloba elementi jazz, funk e soul per arrivare fino al boogaloo in alcuni frangenti. Hamilton de Holanda insieme ad una band di sette elementi ai quali, via via, si sono uniti Mayra Andrade e Stefano Bollani. Una festa in musica con i musicisti a esaltare il pubblico e a proseguire il concerto fino a quando è stato materialmente possibile. Rtimi più sostenuti, danze, riff fulminanti, assoli taglienti e sempre solidi, la spinta delle percussioni. Il Brasile de il Baile di Almendinha è quello dei ritmi pulsanti: il maestro di cerimonie de Holanda trascina e coinvolge, aiutato dalla verve del sassofonista e dalla complicità di tutti i musicisti e degli ospiti sul palco, in un turbine sempre più vorticoso e appassionante.
In qualche modo la Brazilian Night di Umbria Jazz ha un protagonista che non è salito sul palco e, normalmente, rimane “nascosto” dietro le quinte. Luciano Bertrand non è nuovo a realizzazioni del genere: posso ricordare, senz’altro, una serata dedicata a Django Reinhardt organizzata a Pescara Jazz nel 2010 con il Rosenberg Trio, Bireli Lagrene, Il Florin Niculescu Quintet e l’Orchestra Sinfonica di Pescara. Ovviamente l’intenzione del festival a commissionare una serata simile è decisiva, altrettanto fondamentale si rivela la capacità di una persona in grado di mettere in relazione aspetti artistici e logistico-organizzativi quando si tratta di comporre un puzzle complesso, sicuramente più articolato di un singolo concerto o della presenza di un ospite speciale in un contesto già consolidato. E credo che rimarrà tra i ricordi di una serata di musica estremamente intensa ed esuberante, più facile da vivere che da raccontare, la sua risposta, mentre tutti ballavano intorno a lui fermo e concentrato: «Sto ballando dentro!»
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